Trenta anni fa era ovvio
che una donna, dopo la nascita di un figlio, restasse a casa a fare la mamma.
Su 100 donne, 80
restavano a casa e solo un quinto riprendeva a lavorare.
Oggi questo rapporto si
è completamente capovolto e la maggioranza delle donne riprende il lavoro, al
più tardi dopo un anno dal parto.
L’immagine materna e
professionale della donna è quindi completamente mutata, e se questo da una
parte rappresenta un potenziale rischio di dissolvimento della famiglia,
dall’altro, per la madre, significa vivere individualmente, liberamente,
seguendo le proprie potenzialità.
E’ vero anche che, un numero
crescente di donne, specialmente negli ultimi anni, ha riscoperto il piacere e
l’arricchimento che deriva dal veder crescere ogni giorno i propri figli.
Esse vivono come un
sacrificio il dover andare via, il tenere d’occhio l’orologio, il dover imporre
un ritmo serrato, necessità che la ripresa del lavoro impone.
Questo nonostante la nostra società, tenda ad
idealizzare il doppio lavoro delle donne ed a prospettare come valida soluzione
l’assistenza a tempo pieno dei bambini.
Il problema è che non sempre per la donna è possibile scegliere.
Molte però sono le
donne che non si arrendono, ma si inventano lavori del tutto nuovi, che possono
essere svolti da casa, sfruttando le nuove frontiere offerte dalla
comunicazione, mettendo in campo energie e creatività.
Sia per le madri che
tornano al lavoro , sia per quelle che scelgono di restare a casa con i propri
figli ci sono vantaggi e svantaggi.
La madre che lavora riceve stimoli e
riconoscimenti dal mondo esterno, d’altra parte spesso si sente dilaniata, con
la sensazione di dover procedere su due binari diversi; quello familiare e
quello lavorativo.
Il vantaggio per la
madre a tempo pieno invece, è che può dedicarsi completamente ai figli.
Se apprezza il suo
lavoro, la madre a tempo pieno ne ricava gioia e riconoscimento, che non viene
però dall’esterno, ma deve imparare a darselo da sé.
Spesso in fatti sono
gli altri ad avere dei problemi di
fronte ad un madre del genere, perché purtroppo il lavoro familiare ancora oggi,
continua a non venire considerato un lavoro soddisfacente e a non essere debitamente riconosciuto.
Uno degli svantaggi è
che spesso per l’intera giornata questo tipo di madre si ritrova sola, senza
alcun adulto con cui parlare. Di tanto in tanto può quindi sentire il bisogno
di cambiare aria.
Di certo c’e’ da dire
che le madri oggi non hanno vita facile; questo prima ancora di decidere se
riprendere il lavoro o no.
Appena rientra a casa dopo il parto, la donna
spesso si ritrova sola, priva dei sostegni che un tempo la famiglia estesa
offriva.
Per molte donne è un
punto d’onore dimostrare di non avere bisogno di nessuno e di farcela da sole.
Tutto questo implica
uno sforzo notevole, che produce stanchezza, nervosismo, tensione.
Credo che la donna
debba imparare a chiedere aiuto ed a saperlo accettare, adattandosi ai limiti
di chi, bene o male, le dà una mano.
In qualsiasi
professione c’è il momento dell’attività e quello del riposo e del tempo libero.
Questo deve valere
anche per il lavoro di mamma, altrimenti la donna non potrà reggere a lungo la situazione e rischierà di incorrere in una crisi da esaurimento delle
forze o di essere colta da rassegnazione o indifferenza nei confronti del
proprio ruolo.
E’ qui che entra in
gioco la figura paterna.
Maternità e paternità
nel loro aspetto ideale sono ruoli intercambiabili.
L’uomo può infatti acquisire qualità materne
come l’intimità, lo spirito casalingo, e può prendersi cura del bambino,
altrettanto quanto la madre è in grado di esprimersi pienamente nel ruolo
professionale lavorativo.
Il papà moderno può
quindi affiancarsi alla madre, senza aspettare che il figlio sia più grande, è
sufficiente dargli il modo e l’occasione di imparare.
Ricordiamoci che la
prima esperienza che i bambini fanno è la famiglia. In essa imparano
l’autostima, la convivenza sociale e la comunicazione.
Il bambino infatti si
forma l’immagine dei comportamenti sociali attraverso le esperienze del
rapporto che i genitori vivono tra di loro e con lui; agiscono su di lui due
tipi di impressioni, quella che padre e madre esercitano direttamente su di lui
con il loro comportamento e quella che deriva dall’immagine che il padre ha
della madre e viceversa.
Con le nostre scelte e comportamenti quotidiani, siamo noi
genitori, a determinare la società di domani.
Di fronte al’importanza
e alla sacralità di questo compito non è più giusto festeggiare ogni giorno la
donna, e con essa l’uomo che
la affianca lungo il percorso di consapevolezza e crescita interiore, che la
cura della famiglia reca con sé?
Ha ancora senso, mi
chiedo, parlare di questione femminile?
Non si tratta forse di
un compito che riguarda tutta l’umanità e che necessita del contributo generato
dalle forze sia della donna che dell’uomo,
tra loro diverse ma complementari?
complimenti davvero complimenti!!!!
RispondiEliminaLucia
'Di fronte al’importanza e alla sacralità di questo compito non è più giusto
RispondiEliminafesteggiare ogni giorno la donna, e con essa l’uomo che la affianca lungo il percorso di consapevolezza e crescita interiore, che la cura della famiglia reca con sé?'
Rispondo ASSOLUTAMENTE siiiiiiiiiiiiii!
BELLISSIMA PROSPETTIVA
Ale