Una mia amica ha
organizzato una conferenza sul buddismo e mi ha invitata.
Spinta dalla curiosità
ho deciso di partecipare, visto che non conosco, se non a grandi linee, l’argomento.
Questo quanto è stato
narrato (nelle sue linee generali):
Dopo una lunga ricerca,riconobbe
in profonda meditazione la natura della mente, raggiungendo così l’illuminazione.
Contrariamente a quanto
pensavo, il Buddha faceva parte della casta dei guerrieri e non di quella
sacerdotale, da ciò ne consegue che il buddismo non sorge come movimento religioso, ma
come via per il raggiungimento della felicità.
Fondamentalmente, ha
riferito il relatore, il buddismo nasce da una domanda, quella che tutti rivolgevano
al Buddha:
“come faccio io a diventare come te?”
.
Gli insegnamenti furono
poi strasmessi in India per 1500 anni e successivamente i in Tibet per altri
mille anni.
Tutte le scuole sono
accomunate dalla pratica meditativa.
Nel buddismo meditazione significa: restare senza sforzo in ciò che è.
Questo stato può essere
ottenuto calmando e focalizzando la mente, realizzando compassione e saggezza
oppure identificandosi con la propria natura di Buddha.
Attraverso lo stato di
concentrazione spontanea che si raggiunge focalizzando l’attenzione su un
determinato oggetto o immagine, prestando attenzione alla propria respirazione, è possibile
agire direttamente sulla nostra mente.
Questo ci permette innanzitutto
,di prendere coscienza di questa mente-pappagallo, che continuamente discute
con se stessa, che ci fa rivivere all’infinito situazioni del passato, che è anche capace di immaginarsi gli avvenimenti che
devono ancora accadere, distorcendoli con
l’ansia e la paura.
In questo modo le
energie nervose si consumano, l’essere si logora, perdiamo fiducia in noi stessi, e l’energia
vitale che dovremmo adoperare per progredire nella vita, viene dispersa
inutilmente.
Se abbiamo una
preoccupazione, la mente disordinata vi si attacca e via via la dilata, la amplia fino a
renderla più importante di quello che è. In tale modo la mente alimenta incessantemente la sofferenza
nutrendola col pessimismo e il timore del peggio.
Il dominio sul
movimento disordinato della mente invece, ci permette a poco a poco di raggiungere la
quiete interiore.
Inoltre, mentre
indirizziamo i pensieri nella direzione opposta, facciamo sì che la mente si trasformi in uno
strumento meraviglioso per agire efficacemente sulla vita.
Oggi sono molte le
tecniche ed i metodi che si rifanno a queste tradizioni orientali, proponendo tecniche e
pratiche di rilassamento e concentrazione.
Ci sono anche numerosi
studi scientifici che ne dimostrano gli effetti positivi che si esprimono in un
profondo senso di benessere e di salute fisica e mentale.
Riduzione dello stress,
dell’abuso di alcool e tabacco, emicrania, ansia, ma anche aumento della capacità di
concentrazione e di memoria sono solo alcuni dei benefici che sono stati riscontrati.
Sinceramente non
pratico la meditazione regolarmente.
Devo dire però che, in
periodi particolarmente difficili ed intensi, l’essermi ritagliata dei momenti da dedicare
al rilassamento ed alla focalizzazione dell’attenzione, mi ha aiutato a distaccarmi
da pensieri che prendevano il sopravvento e non mi permettevano
di guardare con
chiarezza alle situazioni difficili che stavo vivendo.
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