giustificano un modello di comportamento.
In particolare le donne, hanno già iniziato nel secolo scorso a difendersi
dal ruolo che la società aveva assegnato loro in virtù della differenza sessuale.
Per quanto riguarda la paternità e la maternità, se poniamo il bambino
al centro del nostro interesse, allora diverrà chiaro che l’essere padre o madre,
non è legato all’accettazione di un ruolo sessualmente determinato, quanto
dalla capacità di esprimere quelle qualità umane di cui il bambino ha bisogno
per crescere.
La rivoluzione generazionale degli anni 70, ha definitivamente messo in
crisi l’autoritarismo sia nella famiglia, che nelle istituzioni; è pertanto
necessario stabilire ora un nuovo ‘principio paterno’, trovare altri modelli e
forme di relazione.
Tendenza e compito istintivo del padre è quello di provvedere alla
sicurezza e protezione della sua famiglia, ma oggi i giovani papà, sempre più
consapevoli dell’importanza del loro ruolo, sperimentano la possibilità di
pren dersi cura
del bambino sin da subito, nelle prime cure
quotidiane, senza aspettare la soglia dei 2 o 3 anni.
Se l’uomo vive questo ruolo serenamente, può custodire e prendersi cura
del bambino del bambino con la stessa intimità e sensibilità della madre.
Questo non significa che occorre femminilizzarsi, ma i nuovi papà
possono occuparsi del bambino pur restando uomini e padri.
In tutto ciò gioca un ruolo fondamentale la figura materna, per la
quale non è sempre facile lasciare questo spazio al padre, specie se essa stessa
desidera un rapporto esclusivo e totale con il proprio figlio.
Anche se la famiglia cambia e si
modificano i ruoli genitoriali, padre e madre, continuano a svolgere due funzioni distinte nello sviluppo
psico-affettivo del bambino.
Se la figura materna risulta centrale nei primi anni di vita, per la
dedizione e l’attenzione ai bisogni del bambino, il padre diviene determinante
negli anni successivi; egli con la sua capacità di proteggere e sostenere, aiuterà
il bambino a staccarsi emotivamente e psicologicamente dalla madre, e
guiderà i suoi passi favorendo una progressiva
individualizzazione e autonomia.
Lo accompagnerà verso il mondo esterno con i suoi principi e le sue
regole.
Quindi chi è un buon padre oggi?
Un uomo che è capace di mettersi in discussione, riflettere su se
stesso ed ascoltarsi.
Un uomo che è in grado di modificarsi per rispondere alle diverse
esigenze del figlio nel corso del suo sviluppo, che ha dei dubbi ma che è disposto a
cercare delle risposte senza farsi prendere dall’ansia e senza mai rinunciare
alle sue responsabilità.
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