Ho appena finito di leggere “Genitori efficaci” di
T.Gordon.
Questo libro mi ha dato buoni spunti in tema di
comunicazione con i figli, ed ho deciso di condividerli sul blog.
Gordon sostiene che il più essenziale tra gli
ingredienti per stabilire un’efficace relazione di aiuto è il linguaggio dell’accettazione.
L’accettazione dei propri figli così come sono, è
determinante per costruire una relazione in cui l’altro possa crescere, maturare, operare cambiamenti
costruttivi, imparare a risolvere problemi, realizzare il proprio
potenziale, avere stima di sé.
La maggior parte delle persone è stata indotta a
credere che se si accetta un figlio così com’è questi non cambierà mai; pertanto il
terreno che tanti genitori forniscono ai propri figli è intriso di valutazioni, giudizi,
critiche, prediche, ordini, massime morali che trasmettono non accettazione.
Comunicare
accettazione ma come?
In modo non verbale: semplicemente non intervenendo nelle sue
attività.
Il silenzio, l’ascolto passivo è un messaggio non
verbale molto potente ed efficace.
In modo
verbale: quando i genitori
dicono qualcosa ad un figlio spesso
dicono qualcosa su di
lui.
“Questo è il motivo per cui qualsiasi
comunicazione con un figlio ha un impatto tanto grande su di lui e sulla sua relazione con voi”
sostiene l’autore.
PARLARE
QUINDI E’ ESSENZIALE, MA IL PUNTO CRUCIALE E’: COME FARLO?
a)
rivolgersi al figlio con semplici frasi invito: esse incoraggiano il figlio
ad esprimere le proprie idee, giudizi, sentimenti.
Ecco degli esempi: Raccontami, vorrei sapere cosa pensi,
parliamone, parla ti ascolto, mi sembra che tu voglia dire qualcosa, mi sembra
che sia molto importante per te….
b) l’ascolto
attivo: dopo avere invitato i figli a parlare è importante sapere come mantenere aperta la porta alla comunicazione.
Con l’ascolto attivo il genitore tenta di capire i
sentimenti del figlio, il significato del suo messaggio. Quando si ascolta l’altro con empatia,
si arriva a comprenderlo sino in fondo, perché si diventa l’altro per lo spazio di tempo
in cui ci si mette nei suoi panni.
Essere empatici significa vedere l’altro come una
persona separata da noi, ma sentirsi disponibili ad unirsi a lui, ad essere con lui.
Ciò produce sentimenti di intimità, affetto,
amore.
Con l’ascolto attivo, dunque, il ricevente
(genitore) tenta di capire i sentimenti del figlio, ed il significato di ciò che vuole dirgli, per cui
non invia un messaggio proprio, ma si limita a comunicare la decodifica di quello che ha ricevuto,
per verificarne la corretta comprensione.
Qualche esempio per chiarire:
1)Figlio: :
Giacomo mi ha preso il giocattolo.
Genitore: Ti fa stare male vero? Non ti piace che faccia
questo cose.
Figlio: Proprio cosi.
2) Figlia: Magari
mi prendessi un raffreddore ogni tanto, come Francesca!
Genitore: Ti senti un po’ incastrata,
in un certo senso.
Figlia: Si. Lei ogni tanto riesce a non
andare a scuola per un po’.
Genitore: ti piacerebbe proprio non
andare a scuola per un po’.
Figlia: Si. Non mi piace andare a
scuola tutti i santi giorni, un giorno dopo
l’altro.
Non ne posso più. Qualche volta la odio.
Genitore: La odi addirittura.
Figlia: E’ proprio così. Odio i compiti
a casa, odio i compagni di classe, odio
gli
insegnanti.
Genitore: Odi proprio tutto della
scuola.
Figlia: Non è che odio proprio tutti
gli insegnanti, ma solo due. Una poi non
la
sopporto. E me la devo tenere tutto l’anno, quella Rossi.
Genitore: Dovrai sopportarla per un bel
po’.
Figlia: Si. Non so se ce la farò. Ma
sai che fa?.....etc……
…………………………………………………………………
Notate come il feed –back del genitore inizi sempre con
frasi in seconda persona, in questo modo ha mostrato comprensione ed empatia
per i sentimenti del figlio, senza sottrargli la responsabilità del problema, e
nello stesso tempo favorendo la la condivisione dello stesso.
Spesso questo è sufficiente al figlio per stare
meglio e vedere la situazione con occhi diversi, favorendo in lui il processo di risoluzione autonoma del
problema.
L’ascolto attivo aiuta il figlio a prendere
coscienza dei propri sentimenti, a non avere paura delle emozioni negative, e rende il figlio
più ricettivo alle idee e alle opinioni dei genitori.
I figli saranno più disposti ad ascoltare i
messaggi dei genitori se questi ultimi daranno il buon esempio.
Questi chiaramente sono solo spunti che chi vorrà
potrà approfondire direttamente sul testo. (si trova facilmente anche in
biblioteca).
A parole sembra tutto bello e giusto..ma io ogni tanto sclero e tutta sta calma e questi modi accomodanti non li ho..purtroppo!!mi sa che devo lavorare un bel po...
RispondiEliminaciao e grazie dei consigli
Gordon sostiene anche: Dimenticare la propria umanità è il primo grave errore di chi diventa genitore. Un genitore efficace è quello che si concede di essere una persona, una persona autentica.
RispondiElimina...e aggiungo io : con tutti i suoi difetti. Nessuno è perfetto per fortuna, l'importante è fare sempre del nostro meglio!
A presto!
Anch'io l'ho letto ed è stato molto interessante. Il fatto è che finchè sono fresca di lettura riesco a mettere in pratica qualcosa, poi via via si affievolisce e torno alla solita modalità. Secondo me sarebbe necessario fare il corso in modo da avere una supervisione perchè in effetti non è facilissimo saper comunicare così...tendiamo sempore a voler dire la nostra, anche se in positivo...
RispondiEliminaE' anche una questione di allenamento comunicare in un certo modo...bisogna ricordarselo e non farsi prendere dalla pigrizia o dal nervosismo...
Sono perfettamente daccordo con te.
EliminaIl mio motto è 'educare è prima di tutto educarsi'...quindi continuo lavoro su se stessi. Questo significa, secondo me, portare sempre dentro di se l'ideale cui ispirarsi e cercare ogni giorno di fare del proprio meglio. Alcune volte sarà piu' facile altre volte torneremo invece a ripetere i soliti schemi....ma la maggiore consapevolezza ci permetterà di trarne ottimi insegnamenti.
grazie per il commento!!!
a presto!
Lo devo ancora leggere ma grazie dello spunto!!!
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