“Da ciò si deve trarre quanto sieno importanti le benchè minime
impressioni della fanciullezza e quanto gran parte della vita futura
dipenda da quell’età di giochi ed invenzioni.”
G. Leopardi
Il sociologo Callois ordina
i giochi attorno a due poli antagonisti:
-da un lato regnano i
principi quali il divertimento, la turbolenza la Pienezza di vitale, la
libertà l’improvvisazione : è la Paidia
-dall’altro regno i
principi delle regole, delle convenzioni, delle abilità, degli schemi: è il
Ludus.
I nostri bambini,
almeno sino ai primissimi anni della scuola elementare, sono di fatto la più
evidente espressione di Paidia, ovvero turbolenza, pienezza vitale,
improvvisazione, divertimento e libertà.
Allo stesso tempo gli
educatori (genitori ed insegnanti) sono portatori del Ludus, interpreti, garanti e depositari delle
convenzioni, degli schemi, delle abilità, delle regole
del gioco....e della vita...
IL Ludus, quello
proposto dall’educatore è uno solo, ma le Paidie sono tante quante sono i bambini
con cui ci relazioniamo.
Ogni bambino è diverso
dall’ altro, anche se i genitori sono gli stessi.
E se fossero allora i giochi
con le regole a doversi adattare ai bambini?
E l’educare solo il
mediatore di tale operazione?.....
...un educatore che sappia
porgere la mano….come cantava Povia:
Tutti i bambini fanno OH!
dammi la mano
perché mi lasci solo
sai che da soli non si puo’
senza qualcuno
nessuno puo’ diventare un uomo.
Un educatore che sappia
proporre un modello di gioco che preveda per i bambini azioni di
confronto con gli altri e con se stesso, abilità, situazioni d’incertezza, capacità
d’interpretazione, variazione di situazioni, ricerca continua di
equilibrio, emozioni, scoperte e invenzioni.
Un educatore, un
genitore che, al di là delle regole, dei manuali, dei consigli degli esperti,
sappia EMOZIONARSI e CONDIVIDERE le
scoperte dei bambini,
accompagnandoli alla conquista di nuove, diverse e sempre più complesse forme di
GIOCO che divengono poi
esperienze di vita.
Riprendendo le parole
di Povia, dovremmo insomma essere capaci di canticchiare a noi stessi :
Ma che scemo
vedi però però
che mi vergogno un po’
perché non so più fare OH!
non so più andare
sull’altalena,
di un fil di lana
non so più fare
una collana.
Troviamo il tempo per tornare bambini assieme ai nostri figli, credo sia il regalo più bello che possiamo fare a noi stessi e a loro.
Splendido spunto di riflessione in questo post! Mi dico sempre che un'infanzia felice e spensierata te la porti dentro come "dono di forza" per quando sarai grande! Penso che possa essere un grande aiuto che ti servirà per affrontare al meglio le difficoltà, quando verrà il momento di diventare grandi.
RispondiEliminaIo ci provo, come genitore faccio di tutto, speriamo bene di riuscire a porre le basi guste... ;-)
Baci!
Credo che tuo figlio sia davvero fortunato con una mamma come te!
EliminaCiao Ste , sono passata subito a trovarti dopo aver ricevuto la tua visita ! Trovo molto interessante questo post che aiuta a riflettere riguardo al delicato equilibrio da rispettare in ogni ambito quando si interagisce con i bambini . La mia professione mi porta ad occuparmi anche di minori e so quanto incidono le basi date durante l'infanzia ( che purtroppo in certi casi felice non è )! Mi piace molto il tuo blog e vedrai che tornerò spesso ! Un bacino.
RispondiEliminagrazie mille per la visita!
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