Nonostante da due anni
abbia terminato il mio percorso
universitario, (vedi QUI), continuo a
soddisfare la mia sete di sapere in educazione, attraverso libri e conferenze.
La scorsa settimana ho
partecipato ad un incontro, tenuto da una psicoterapeuta sistemico-relazionale e mediatrice familiare.
L’ho trovata molto
interessante e desidero condividere con voi un breve riassunto dei
punti chiave.
L’ansia che prende oggi
molti genitori va dal rendimento nello studio al tempo (presunto) libero
fuori dalle aule, dei propri figli.
D’ altronde, la spinta
all’eccellenza in tanti campi è in linea con la nuova competitività che contrassegna la
società moderna.
Alcune famiglie
spingono i figli a una serie di impegni extrascolastici fatti di sport, di studio di lingue, di
corsi di ogni sorta, di pressanti allenamenti fisici e mentali che occupano in modo “intelligente”
quasi tutte le giornate.
Questo scatena una
forte pressione su bambini e ragazzi.
In realtà spesso i
genitori vedono i figli come un riflesso di loro stessi e talvolta faticano o non sanno
accettare le difficoltà e le mancanze del figlio, così come non sanno accettare le proprie.
A volte come genitori
ci arrabbiamo con i bambini perché abbiamo l’impressione che non si impegnino
abbastanza.
In alcune circostanze
può essere utile una mano ferma per farli concentrare su quello che stanno
facendo, in altre può anche essere necessario dire no alla nostra ambizione e rallentare
per adeguarci al ritmo del bambino.
Prendiamoci del tempo
per osservare quello che ci stanno dicendo, invece di sentire quello che vogliamo
sentire o quello che presupponiamo intendano dirci.
A volte ci sono bambini
dubbiosi sulle loro capacità solo perché gli adulti hanno chiesto loro qualcosa che non
sono in grado di fare.
Questo influisce sulla
loro capacità di apprendere.
-Le loro risorse fisiche
e intellettive sono sufficienti per affrontare gli impegni fissati, per raggiungere gli obiettivi stabiliti?
-Quanto
deleghiamo agli altri dell’educazione dei nostri figli?
-Siamo genitori insicuri?
L’educazione dei
bambini, richiede la presenza di adulti
forti e sicuri.
I bambini hanno bisogno
di adulti che li guidino, e non si facciano guidare, che agiscano e non reagiscano, che
si assumano l’autorità e che non abdichino ad essa.
Assumersi l’autorità
non significa essere autoritari, ma essere disposti a prendersi la responsabilità.
Responsabilità intesa
come capacità di fornire la giusta risposta, senza delegare sempre ad agenzie educative
esterne (scuola, centri sportivi e ricreativi…).
Per un bambino è
importante sapere cosa i genitori pensano, provano, credono e per nessuna cosa al mondo
vorrebbe deludere le loro aspettative, nonostante , per diverse ragioni, spesso ci sia
una discrepanza tra ciò che il genitore si aspetta e ciò che il bambino compie.
Il messaggio fondamentale dell'adulto dovrebbe essere:
“Questo è ciò che
penso. Questo è ciò che provo. Questo è il modo in cui vedo la situazione.”
Così come ci sono
genitori autoritari che faticano ad insegnare una relazione reciproca ai figli,
allo stesso modo ci sono genitori permissivi che evitano il conflitto con i figli, assecondano i loro impulsi
e desideri, impedendo loro di affrontare la realtà della vita, lasciandoli nel loro sogno
egocentrico di aiuto- soddisfacimento che si trasformerà in un incubo di dipendenza.
Quando gli adulti non sono forti per conto dei
loro figli, questi si sentono costretti ad usare la proprio forza. (capricci, crisi isteriche etc...)
L’equilibrio che ciascuno cerca con i figli
oscilla tra il rispetto della propria personalità ed il rispetto dei bisogni del bambino.
Molto interessante... il testo "i no che aiutano a crescere" è sul mio comodino da alcuni mesi, in fase di (rallentata) lettura. Ma non lo mollo, fa riflettere un sacco!
RispondiEliminasi anche a me è piaciuto moltissimo!
Eliminamolto interessante. ...ma nel mio caso e tutto il contrario. .figli esigenti e genitori stressati
RispondiEliminabeh non avevo valutato questo aspetto....ihihih
Eliminaahahha .io e il padre dobbiamo stare dietro alla grande ha solo 10 anni ma con tanta voglia di fare ..e a volte è molto difficile. .
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