mercoledì, febbraio 3

Mi aiuti a fare i compiti? suggerimenti, strumenti e strategie per la gestione in famiglia dei compiti



Mi aiuti a fare i compiti?

Perchè noi genitori spesso ci spaventiamo di fronte a questa richiesta? Quali sono le nostre idee riguardo ai compiti?

Obiettivi dei compiti


Perché vengono assegnati i compiti per casa? Per una serie di validi  motivi. In gergo tecnico si parla di raggiungimento di due tipi di obiettivi: quelli primari e quelli secondari.

  • obiettivi primari:   

1) Fare esercizio, per favorire l'apprendimento
2) Imparare a...,ovvero divenire più agile a padroneggiare un problema

Non so se vi è mai capitato (a me si) di arrabbiarvi con gli insegnanti perché avevano affidato a vostro figlio un compito che non era in grado di portare a termine, perché non gli era stato spiegato fino in fondo...
Ecco, molto spesso questa condizione è voluta dagli insegnanti, per stimolare il bambino, per fare si che provi a fare da sè, naturalmente fino a dove puo' arrivare con le proprie forze.


3) Verificare il livello di apprendimento degli allievi, attraverso l'osservazione degli errori che vengono commessi.

  • obiettivi secondari:
1) Stimolare la fiducia in sè del bambino
2) Sviluppare la sua autonomia
3) Fare crescere la motivazione

Attenzione: senza lo sviluppo degli obiettivi secondari, non si sviluppano neppure quelli primari

A chi non è mai capitato di cadere  nel tranello che inganna molti genitori...e che li porta a dire: "eh ma non posso mandare a scuola mio figlio senza che abbia i compiti ben fatti, cosa penserebbero le maestre? che siamo genitori che non si prendono abbastanza cura del proprio figlio....che figura faremmo?".

Gli insegnanti non si aspettano le stesse cose da tutti i bambini, perchè ogni bambino è un mondo a sè. E, sopratutto non giudicano la famiglia e i genitori se i compiti non sono fatti bene!

Parlate con gli insegnanti dei vostri figli e cercate collaborazione. Come in tutte le professioni anche tra gli insegnanti troviamo persone poco competenti e poca voglia di fare, ma ne troviamo anche un'infinità che meritano la nostra stima ed il nostro rispetto, che amano i nostri figli e credono in quello fanno. Confrontiamoci con loro, per il bene dei nostri bambini.

A nessuno piace fare le cose in cui non riesce


L'atteggiamento di noi genitori, dovrebbe confermare il fatto che i compiti vengono assegnati con lo scopo di aiutare il bambino e di renderlo più abile.
L'approccio è  quello dell' allenatore. Egli non corre al posto dell'atleta, perchè se l'atleta vuole avere successo in una gara di corsa, sarà lui che dovrà sudare e faticare durante gli allenamenti. 
Così è per i compiti.
Il genitore fa da supporto, fornisce gli strumenti affinché il figlio diventi autonomo e indipendente.


Se i bambini superando le difficoltà imparano a farli in autonomia, allora si motiveranno da soli, poichè si sentiranno all'altezza.
Se necessario occorre lasciare vivere ai nostri figli qualche frustrazione, come quella di andare a scuola con i compiti non svolti come si deve, oppure impreparati.
Ma mai, fare al posto del bambino, perchè in questo modo egli non si allenerà mai, e non sarà mai in grado di fare in piena autonomia.
Non abituiamo i nostri figli a svolgere i compiti solo in presenza di un adulto, questo genera dipendenza e impedisce il raggiungimento degli obiettivi secondari: fiducia, autonomia,motivazione!

Quali strategie?


Ciò di cui nostro figlio ha realmente bisogno è di qualcuno che gli fornisca gli strumenti per poter riuscire a fare da solo.
Durante i primissimi anni di scuola va bene aiutare il bambino, ma l'obiettivo deve restare quello di promuovere l'autonomia.

Organizzare lo spazio: il luogo dove i bambini fanno i compiti richiede ordine, silenzio, assenza di stimoli esterni (ad esempio la presenza del fratellino, tv o radio accesa..etc), una solida base d'appoggio ed una postura corretta. Ahi quante volte ho dovuto richiamare mio figlio maggiore perchè svolgeva i compiti completamente steso sul pavimento ....

Tempo: non è vero che i bambini fanno troppe pause. Le fanno sbagliate. Occorrono piccole pause e se necessario i vari tipi di compito vanno intervallati tra loro. Sono necessarie invece grandi pause quando il bambino è stanco: inutile insistere se non è più produttivo, si perderà inutilmente del tempo. Meglio rimandare.
Dobbiamo imparare a leggere la stanchezza del bambino.
Il fatto è che oggi "va di moda"  impegnare i bambini in attività extrascolastiche per più giorni a settimana e come genitori spesso sottovalutiamo quanto questi impegni possano stancare i nostri figli. 

Attività: cerchiamo di non spiegare i compiti ai nostri figli, ma di stimolarli con alcune domande: Cosa devi fare per svolgere questo compito? Quale è la parte più difficile? 
Spesso accade ai nostri figli quello che succede a noi adulti. Quando classifichiamo un compito come difficile, matematicamente siamo portati a pensare che impiegheremo tanto tempo per portarlo a termine. Questo schema di pensiero agisce in maniera negativa sulla motivazione.
Facciamo notare a nostro figlio quanto tempo ha impiegato a svolgere il compito che riteneva difficile. La maggior parte delle volte  si accorgerà che il tempo impiegato è di gran lunga inferiore a quello che aveva preventivato. Questo agirà sulla sua motivazione alla prossima occasione.
Li avremo resi più consapevoli, senza tirarli fuori dalla situazione.

Revisione: noi genitori non dobbiamo correggere i compiti! Nostro figlio va incoraggiato a RIVEDERE  il compito svolto. Possiamo aiutarlo con semplici domande: come hai fatto a svolgere il compito? Sei sicuro di avere fatto bene? Prova a guardare. Se il bambino si ostina a sostenere che ritiene il compito ben svolto, si prenderà atto e lo si manderà a scuola con il compito errato.
Sarà la maestra a farsi carico della questione.

Non spieghiamo mai ai nostri figli qualcosa che hanno già trattato a scuola. La metodologia impiegata a scuola potrebbe essere diversa dalla spiegazione che siamo in grado di fornirgli, seppur con le migliori intenzioni, e questo crea confusione nel bambino.
E' la scuola che deve dare il metodo! 

Trasferibilità: le strategie che i bambini  apprendono per imparare a fare i compiti in piena autonomia, sono trasferibili ad ogni campo della vita. Quella personale e quella lavorativa. Autonomia, fiducia in sè, automotivazione, capacità di organizzazione, sono qualità che, una volta apprese, aiuteranno il bambino nella vita.

Fai qualcosa in cui riesci bene e difficilmente smetterai di farlo!

Se riescono a fare il giusto sforzo, i bambini supereranno le difficoltà e si motiveranno, semplicemente perchè riusciranno.
E' come quando si corre. All'inizio si fa fatica, ma se si persevera e si impara a vincere quella fatica, con il tempo si riuscirà a correre più a lungo, con minor dispendio di energia e soprattutto divertendosi di più!


Due libri interessanti per approfondire il tema:


Missione Compiti
Manuale di sopravvivenza per genitori
Voto medio su 1 recensioni: Buono
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La Magia è credere in se stessi: se riusciamo a farlo, allora possiamo far accadere qualsiasi cosa. (Goethe)