Le vacanze mi sono proprio servite per staccare la spina; uscire dalla solita routine, trovare spazi solo per me lontana dalle incombenze quotidiane.
Durante le passeggiate solitarie in montagna mi sono ritrovata a riflettere sui conflitti e sulla loro gestione, stimolata sia dalla lettura di un ottimo libro di Greenspan “L’intelligenza del cuore”, che dalla mia vita quotidiana.
Sono stata negli ultimi mesi, al centro (non direttamente coinvolta) ma nel ruolo di testimone/confidente, di dispute sia tra parenti (ahimè anche in vacanza) sia tra colleghe/amiche.
Durante le ‘chiacchierate’ con l’una e l’altra parte, mi sono subito accorta di come ciascuno tendenzialmente trascura il proprio ruolo nell’ insorgere del conflitto, attribuendo ogni colpa all’altro.
Ognuno finisce per credere ciecamente alla propria SOGGETTIVA versione degli eventi.
Anche quando con ciascuna delle parti, ho cercato di evidenziare il punto di vista della parte ‘avversa’, mi sono ritrovata con un pugno di mosche in mano: da una giustificazione si passava all’altra (molte tra l’altro senza fondamento oggettivo), tutto allo scopo di dimostrare la validità della propria tesi, di fronte a se stessi più che di fronte all’altro.
Ho avuto proprio la sensazione che “se la stessero proprio raccontando”; chiusura totale alla riflessione e all’introspezione, assenza completa di volontà di fare luce sulle zone d’ombre della propria personalità.
Oltre a questo, ho osservato una notevole difficoltà ad ascoltare davvero l’altro, a “vederlo” non solo con i freddi e razionali occhi della mente ma anche con quelli caldi del cuore.
Grazie alla lettura di Greenspan ho appreso inoltre che:
-la maggior parte dei conflitti sorge da: INVIDIA,AVIDITA’,UMILIAZIONE,
-una persona adulta usa le emozioni non per agire ma per riflettere, prendere atto della situazione e modificarla,
-la risoluzione dei conflitti non è solo un’impresa cognitiva o una valutazione razionale di opzioni, ma un processo che richiede empatia e buon senso morale,
-altra qualità fondamentale nella risoluzione dei conflitti è la capacità di di tollerare le perdite e la delusione, che la mediazione porta sempre con sé, senza lasciarsi prendere dall’ira o dalla depressione…qualità che purtroppo, secondo Greenspan, non tutti sviluppano,
-fondamentale è tenere sempre a mente che ogni individuo ha i suoi lati positivi ma anche negativi e la capacità di accettarli in noi stessi e negli altri è il primo passo per lo sviluppo di sane relazioni umane.
Resto aperta a riflessioni, integrazioni, discussioni, ampliamenti di chiunque abbia voglia di dire la sua!
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