Ricordo l'insistenza dei miei figli, quando da piccolissimi, mi chiedevano di venire coinvolti nei lavori domestici. Volevano fare come la mamma e ne andavano fieri e orgogliosi.
Le cose con gli anni sono drasticamente cambiate……
Dovevo arrabbiarmi anche per fare sì che riordinassero i giochi e le loro cose.
Sono da sempre convinta che, insegnare ai miei figli come collaborare in casa, sia fondamentale, per almeno quattro buoni motivi:
1) è il presupposto per il buon funzionamento delle relazioni familiari
2) è un pilastro su cui si fonderà la futura vita sociale del bambino
3) stimola il senso di responsabilità ed indipendenza
4) è un modo per rafforzare la loro forza di volontà, qualità indispensabile per realizzarsi nella vita
Dare il proprio contributo in famiglia significa imparare a rispettare le esigenze e le necessità di tutti. Se ognuno fa la propria parte, il lavoro sarà equamente distribuito ed ogni membro avrà la possibilità di dedicare tempo alle attività che ama.
Spesso ho sottovalutato le potenzialità dei miei figli. Mi hanno dimostrato invece di possedere più energie e competenze di quanto immaginavo.
E così ho iniziato piano piano a dargli più fiducia, atto che ha rafforzato ed accresciuto la loro autostima.
Da dove iniziare?
Per quello che riguarda la mia esperienza ( e vi dico, come tutte le mamme, ne ho provate di tutte), ciò che conta davvero è una forte motivazione interiore ed una grande fiducia nei nostri figli.
Prima di approcciare qualsiasi strategia dobbiamo guardare dentro noi stessi ed entrare nel giusto stato d'animo.
Quando iniziare?
Quando i bambini erano piccoli, fino ai quattro anni circa, mi sono sempre impegnata per far si che imparassero a riordinare le loro cose.
In principio riordinavo insieme a loro senza pretendere troppo, poi ho iniziato a dare semplici istruzioni (quello lo metti lì, l'altro lo metti là) poiché dopo avere sistemato si poteva mangiare, giocare assieme, leggere o uscire per una passeggiata.
In questa fase non sono mai stata troppo rigida.
Attorno ai quattro o cinque anni, quando anche all'asilo i bambini vengono educati al riordino, il mio atteggiamento è cambiato. Ho chiarito che, come all'asilo, avrebbero dovuto riordinare i giochi e riportare l'ordine.
Questo ovviamente non è bastato a convincere i miei figli….
Per cui sono passata alla strategia che mi ha dato un indiscusso successo:
dopo vari richiami, ignorata, rassegnata, di fronte al disordine dicevo loro che avrei pensato io a riordinare i giochi, ma che questi, una volta raccolti, sarebbero finiti in un sacco e non ci avrebbero più potuto giocare. D'altronde era compito loro prendersi cura delle cose che amavano, e se le lasciavano in giro per casa significava che non ci tenevano poi tanto..e quindi potevamo disfarcene.
Non sono stata presa sul serio ovviamente…..e sono dovuta passare ai fatti. D'altronde con i bambini ci vuole coerenza.
Ho utilizzato questa strategia solo 2 volte in 5 anni...in tutte le altre occasioni è bastato accennarne a voce. Per questo dico che funziona.
IMPORTANTE
Non utilizzate questa strategia come una minaccia, mentre siete in preda all'ira, non trasmettereste il giusto messaggio.
Va mostrata per quello che è: la naturale conseguenza di un loro modo di agire.
Ovvero un ripetuto disobbedire ad una vostra richiesta; tenere in ordine le loro cose.
Per questo motivo è importante che siate fermi nella decisione.
E quando i bambini crescono?
Il passaggio in prima elementare, fa sentire i bambini “grandi”. Così io ho "approfittato" di questo stato d'animo per proporre loro anche una routine di lavoretti domestici, adatti alla loro età, che andasse oltre il semplice riordino.
Ho utilizzato un semplice schema, che aggiornavo al bisogno, quando volevo introdurre nuove attività o modificare la routine.
Compilavo lo schema assieme ai bambini, scrivevo l'attività, spiegavo come svolgerla, e la completavo con un disegno, almeno sino a quando non sono stati in grado di leggere.
Poche cose, semplici ma da fare tutti i giorni.
Poi appendevo lo schema per casa, di solito alla porta del bagno.
Una delle prime routine comprendeva:
-rifare il letto
-spolverare
-lavare i denti, la faccia e pettinarsi
Mano a mano che crescevano ho aggiunto:
-sparecchiare
-apparecchiare
-spazzare
-lavare tazze e bicchieri
-preparare la colazione
a questi si sommano poi tutti gli aiutini occasionali, come passare l'aspirapolvere (per mio figlio di 10 anni), aiutare in cucina, o semplicemente prendere i prodotti in dispensa, che considero extra.
Ora che sono “grandi “ tutti e due...( il piccolino è ora in prima elementare) ho distribuito i lavori in maniera equa e spesso si alternano nello svolgimento di alcune attività.
Sono cessate le lamentele ed anche le dimenticanze.
Finalmente non devo più seccarmi la gola per ricordare loro la routine.
Quello che ho notato è che è importante gratificare sempre i bambini, complimentarsi con loro, e chiedere le cose nel giusto modo, con cortesia e per favore. Non per avere più successo, perché a volte non è sufficiente, ma semplicemente perché io credo che per avere rispetto occorre prima di tutto dimostrarlo.
Non è mai troppo tardi per iniziare, l'importante è spiegare con semplicità le motivazioni che vi guidano, lo spirito che vi anima, e cioè che ognuno in famiglia fa la propria parte per la felicità di tutti.
Ho pensato di condividere con voi i due schemi che utilizzo io, in formato PDF. Li potete scaricare liberamente e spero tanto vi siano di aiuto.
Utilizzate quello che preferite, in base alle vostre esigenze e a quelle dei vostri bambini.
Ma quali sono gli ostacoli più grandi con cui noi genitori dobbiamo scontrarci?
Io mi sono trovata a lottare duramente contro la smemoratezza, la “svogliataggine” e l'incostanza dei miei figli.
Il percorso è arduo anche per noi genitori, poichè non siamo perfetti...e per fortuna.
Ma è indispensabile accettare la sfida. Eh si, perché impegnarsi ogni giorno nel ricordare i lavoretti da svolgere, mantenere la pazienza, aiutare al bisogno richiede un enorme sforzo soprattutto a noi genitori.
Ecco che anche noi adulti cresciamo insieme ai nostri figli, nell'esercitare l'autocontrollo, nel perseverare giorno dopo giorno, nel ricordare loro le routine, nell'alimentare costantemente la fiducia che nutriamo nei nostri figli e che troppo spesso diamo per scontata.
Alcune volte sono rimasta delusa, altre stupita, ho vissuto momenti di avvilimento di rabbia, ma altrettanti di soddisfazione e gioia.
Non molliamo, perseveriamo, ma soprattutto crediamoci fino in fondo, perché il tempo ci darà ragione.
Bibliografia:
L'educazione come arte, R. Steiner
L'educazione dei figli, R.Steiner
Il bambino in famiglia, M.Montessori
Il segreto dell'infanzia, M.Montessori
E voi? quali sono state le vostre esperienze? Quali strategie avete adottato?
Bellissimo post e ottimi spunti: all'inizio mi sono detta "caspita, questa è severa!", poi ho capito che il tutto va fatto con il sorriso, con la gioia e la fiducia come dici tu stessa. Io, personalmente, credo di dover aggiustare qualcosa in me, prima di chiedere di più ai figli: non sono ossessionata con l'ordine, ma sono poco paziente se qualcosa per esempio si rompe, se succedono "guai", e quindi mi avvedo che spesso fatico a delegare perché, è logico... se fai fare qualcosa ai bambini devi accettare che verrà come verrà: il piatto pieno di pasta potrebbe non arrivare in tavola, il bicchiere rovesciarsi, e così via...
RispondiEliminaEh si hai ragione, conta come si fanno e si dicono le cose, lo stato d animo in cui ci troviamo. Non facile..mai..però io credo che sia un ' occasione di crescita soprattutto per noi genitori...😊
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