Alcune settimane fa ho partecipato ad una conferenza tenuta dal Prof. Mario Di Pietro, neuropsichiatra molto conosciuto.
Ho studiato sui
suoi libri per la preparazione della tesi (vedi QUI) e non mi sono certo lasciata sfuggire
l’occasione di conoscerlo anche di persona.
Ecco una sintesi di ciò
che è stato detto:
L’autostima si forma sulla base delle esperienze che scaturiscono
dall’ambiente in cui vive il bambino e dal
suo rapporto con le persone significative.
E’ un insieme di convinzioni e sentimenti che un individuo ha
riguardo a se stesso e che influenzano non solo il
suo comportamento ma anche la motivazione.
Durante la pubertà questo può divenire principale causa della mancanza di impegno, del cattivo rendimento
scolastico, dei comportamenti a rischio.
Come si riduce l'autostima nei bambini
1) con un atteggiamento
troppo intollerante: si attribuiscono tutte le difficoltà del bambino a mancanza di impegno.
2) comunicando con il bambino in modo svalutante
3)quando si ricorre
troppo spesso alle minacce o punizioni
4) incoraggiando una
eccessiva competitività: troppi
confronti con fratelli o con i
compagni
5)quando non si sottolineano a sufficienza gli aspetti aspetti positivi della sua personalità.
Ricordiamo che la sua autostima dipende dal peso che si dà ai suoi
punti di forza, non dalle quantità delle cose in cui riesce bene.
Cosa fare per accrescere l'autostima?
1) aiutandolo a pensare in maniera più positiva:
cercate di fargli
prendere coscienza del suo dialogo interno e proponete modi di pensiero alternativi.
Esempi:
-“io devo piacere a tutti, se
non piaccio non valgo niente”
Diventa
-“io valgo anche se a qualcuno non piace ciò che faccio”
-“gli altri sono cattivi, se la prendono tutti con me”
Diventa
-“alcuni bambini sono gentili, altri invece si comportano male”
-“un amico è quello che fa quello che voglio io”
Diventa
-“si può essere amici anche quando non si vogliono fare le stesse cose”
2)incoraggiatelo
frequentemente in modo positivo.
Ma ATT.NE!
La lode enfatizza che
il bambino è stato bravo ma non si focalizza sul
comportamento….: dobbiamo
invece sottolineare il comportamento positivo.
3) insegnate al bambino a
tollerare la frustrazione.
E’ un grande regalo che
possiamo fare ai nostri figli, perché li aiuterà a vivere meglio, ad
affrontare le difficoltà e a sopportare lo sforzo necessario a superarle.
Alla nascita i bambini non
possiedono questa capacità che viene acquisita lungo il percorso di crescita,
ma solo se ci sono le condizioni favorevoli.
Se il genitore diventa
troppo protettivo, si fa in quattro per eliminare ogni disagio, il bambino
mostrerà bassa tolleranza.
4)Rivolgete ai vostri
figli più apprezzamenti che critiche.
Queste ultime
soprattutto, devono essere costruttive,
giustificate,ovvero: “il bambino poteva fare
meglio ma non l’ha fatto.”
5) spiegare sempre perché
un comportamento è sbagliato e proporre l’alternativa.
6)evitate di
etichettare (disobbediente, maleducato, cattivo…)
7)favorire nel bambino
l’accettazione di sé .
Dovrebbe imparare che:
- il suo valore come persona non dipende dalle sue prestazioni, cioè
da quanto sa fare, ma ogni bambino vale
per il fatto che è una persona.
-tutti hanno dei lati positivi e negativi, dei pregi e dei difetti
E PER FINIRE RICORDIAMO CHE…
L’autostima è un fattore di protezione verso le sfide della vita.
I bambini che possiedono una buona autostima subiscono meno l’influenza
dei pari, sono più realisti, equilibrati ed ottimisti.
ciao ste
RispondiEliminati ringrazio ancora e fami sapere se ti e' arrivata la mia mail ;)
ciao grande lezione e molto interessante.
RispondiEliminagrazie mille
baci
vania
In effetti il prof. è stato bravissimo, chiaro, sintetico ed è andato subito al nocciolo del problema..
RispondiEliminauna serata interessante.
a presto!
Sottolineare i comportamenti più che attribuire etichette è una cosa che anche tra adulti sarebbe tanto interessante...mi sembra un'attitudine da sviluppare. Sarebbe un mondo diverso.
RispondiEliminalauracast
Ciao Laura, che piacere sentirti!
RispondiEliminacondivido pienamente....se ci soffermassimo sulle qualità positive dell'altro, piuttosto che sulle sue mancanze, potremmo vivere i rapporti interpersonali con minori difficoltà...ma soprattutto favorendo la crescita reciproca!