Ecco un'altra magnifica storia di cambiamento; ce la racconta Francesca, italiana in Messico:
"Mi chiamo Francesca, sono toscana e vivo in Messico da circa tre anni con il mio compagno.
Ci siamo conosciuti 18 anni fa all'Universita' di Siena, dove entrambi studiavamo.
Dopo la laurea, ho lavorato nel "precariato pubblico" (cosi' ho ribattezzato la mia esperienza nel settore pubblico) per circa 10 anni poi mi sono chiesta se veramente quello che volevo era timbrare il cartellino per tutta la vita e magari dover anche ringraziare chi mi aveva raccomandato!
Delusa e stanca, dopo mille concorsi, di vedermi sempre sorpassata dal raccomandato di turno, ho deciso di tentare l'avventura e siamo partiti per il Messico!
Intendiamoci, io adoro il mio Paese e lasciarlo mi e' costato moltissimo; qualcuno potrebbe dire che abbiamo "abbandonato la nave che affondava", preoccupati dalla crisi economica: c’e’ un po’ di vero.
Pero’ e’ anche vero che siamo sempre stati viaggiatori e rimanere in Italia a “elemosinare” un posto di lavoro veramente non ci andava. Anche il fatto di non avere figli ci ha fatto sentire piu’ “leggeri”.
Perche’ il Messico?
Toglietevi subito dalla testa l’immagine che vi siete fatti: sole, baretto sulla spiaggia, margarita nel bicchiere e bagni nell’oceano a tutte le ore del giorno e della notte. No, io vivo nel profondo Messico, quello industrializzato, quello del boom economico, dove si lavora 10 ore in una fabbrica ed il mare e’ a 800 km di distanza.
Il Messico l’avevamo gia’ conosciuto durante una vacanza tanti anni fa. Ci era piaciuto molto ed abbiamo pensato che potesse essere un’opportunita’.
Certo, prendere la decisione di lasciare le nostre famiglie e di avventurarci nell’ignoto non e’ stato facile, avevamo mille paure e nemmeno un contatto in Messico, siamo letteralmente partiti all’avventura, “zaino in spalla”. I nostri amici e parenti erano sconcertati, chi ci diceva che eravamo incoscienti o pazzi, chi che eravamo coraggiosi, c’era anche chi diceva”vorrei farlo anch’io, voi andate avanti e poi mi dite com’e’”.
Insomma, tra incoraggiamenti e raccomandazioni, siamo arrivati in Messico, biglietto di sola andata (l’ottimismo non ci mancava!).
All’inizio e’ stata dura, non conoscevamo nessuno, dovevamo imparare lo spagnolo e “prendere le misure” con una realta’ totalmente nuova. Non riuscivamo ad ottenere un documento di soggiorno e senza quello non trovavamo nemmeno un lavoro. Li’ ho capito quello che provano gli immigrati che arrivano in Italia e devono completamente rifarsi una vita in un paese straniero. Quando si dice “trovarsi dall’altra parte”!
A volte avremmo voluto abbandonare tutto e tornare alle nostre certezze pero’ ci davamo coraggio a vicenda e sentivamo che presto le cose sarebbero cambiate.
Ed ecco che, finalmente, vengo assunta dallo stabilimento industriale messicano della crema spalmabile piu’ famosa d’Italia! E senza raccomandazioni! Il fatto di essere italiana mi ha sicuramente favorito nell’entrare in una impresa italiana ma qua’ veramente danno valore al tuo titolo di studio ed alle tue conoscenze.
Ho lavorato alla “Ferrero” del Messico per 2 anni, e’ stata un’esperienza meravigliosa che non avrei mai immaginato di poter fare, anche perche’ si e’ trattato di cambiare totalmente tipo di lavoro rispetto a quello che avevo sempre fatto e questa e’ stata “la sfida nella sfida” ma quanto e’ gratificante mettersi in discussione e vedere che ce la puoi fare alla grande! E poi per noi italiani, cresciuti a ovetti Kinder e Nutella, la Ferrero ha un significato speciale, non e’ cosi’?
Adesso sto cercando un altro lavoro, vorrei tornare a lavorare nel mio settore, quello sociale; il mio compagno, che e’ ingegnere industriale, ha un bel lavoro in un’azienda europea.
Se siamo felici? Penso di si’.
Nostalgia dell’Italia? Moltissima, ci pensiamo tutti i giorni pero’ qua’ possiamo permetterci di andare in vacanza, al cinema, al ristorante e non ci dobbiamo preoccupare di lavorare per pagare le tasse.
Certo, se ti ammali in Messico devi andare in una clinica privata ed allora anche li’ ti tolgono meta’ del tuo stipendio, insomma, ogni Paese ha i suoi pregi ed i suoi difetti. Noi abbiamo scelto di vivere qualche anno qua’ e poi tornare (quando e se ci daranno la pensione!) al nostro vigneto ed al nostro oliveto in Toscana, a fare l’olio ed il vino biologici (adesso se ne sta occupando mio suocero) ed a raccogliere le erbe spontanee in campagna, godendoci il meritato riposo.
La mia esperienza sul cambiamento, quindi, e’ sicuramente positiva e spero possa essere di incoraggiamento per chi voglia “sperimentarsi” in questo passo pero’ bisogna anche mettere in conto che arrivare in un Paese straniero (e nemmeno europeo!) senza conoscere nessuno non e’ facile, ci vuole pazienza e perseveranza.
Il Messico e’ un Paese accogliente, festoso, tradizionale, ha un clima splendido, spiagge caraibiche e giungla incontaminata ma quando io ed il mio compagno pensiamo al nostro futuro non ci vediamo spaparanzati su una spiaggia di Acapulco ma nella nostra casetta nel bosco in Toscana a raccogliere castagne, funghi, asparagi selvatici e fragoline di bosco. La casa e’ gia’ li’ che ci aspetta! Il mio ragazzo, da buon ingegnere, sogna di convertire questa casetta in una casa ecosostenibile, completamente autonoma dal punto di vista energetico e sta gia’ studiando pompe di calore e pannelli solari.
Questo e’ il nostro piccolo sogno di semplicita’ e natura.
L’esperienza in Messico ci ha insegnato che tutto quello che desideriamo e’ alla nostra portata, bisogna solo alzarsi ed andare a prenderselo!
E non c’e’ bisogno di fare migliaia di kilometri come abbiamo fatto noi, basta solo capire veramente quello che si vuole fare ed essere e poi avere il coraggio di agire per raggiungerlo."
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Grazie mille a Francesca per avere condiviso la sua storia con tutti noi e per la sua carica di ottimismo e fiducia.
Si,proprio coraggiosi e liberi. Bravi! Ne parliamo spesso anche noi,ma con i bambini andare in cerca dell'avventura non sarebbe responsabile e non avrebbe senso...e continuiamo a sperare che qualcuno qui in Italia si svegli e faccia la vera rivoluzione...rimane un sogno temo. Nel frattempo cerchiamo di vivere al meglio e dare tempo di qualità alle nostre bimbe,investendo sul senso dei valori e sul rispetto di sé e degli altri. Ma chissà se riusciremo a dar loro un futuro in cui sentirsi bene!?
RispondiEliminaCome dice Madre Teresa di Calcutta..tante piccole gocce formano il mare....
EliminaGrszie x aver condiviso la tua bella storia
RispondiEliminaGrszie x aver condiviso la tua bella storia
RispondiEliminaGrszie x aver condiviso la tua bella storia
RispondiEliminaMah.... certo che dover andare così lontano, come i nostri bisnonni, per trovare il lavoro.... Comunque l'importante è non arrendersi. Un abbraccio
RispondiEliminase si puo' fare è bello .....io vorrei espatriare andare dove con la pensione del marito si potrebbe vivere molto meglio che qui....ma x motivi familiari non posso....a volte non è questione di volere o meno è che se una altra persona dipende da te e nessun altro potrebbe al bisogno occuparsene come si fa ad andare via da qui?
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