lunedì, maggio 12

LA TECNOLOGIA CI RENDE STUPIDI?

                                             

Nel suo poderoso libro "Demenza digitale; come la tecnologia ci rende stupidi"  lo studioso tedesco Martin Spitzer spiega come l'esposizione prolungata se non quasi esclusiva ai media digitali agisce in maniera negativa sulle cellule dell'ippocampo (zona del cervello sede del pensiero, del giudizio e del ragionamento).
Queste, stressate e mal stimolate, si riproducono in maniera minore e rischiano anche di morire con conseguenze disastrose a livello neurologico.
Sul piano  pratico questo determina una perdita nella capacità di calcolo, di riflessione di sviluppo di pensiero critico e di giudizio, ovvero si perde la capacità PENSARE IN MANIERA AUTONOMA.
Inoltre a furia di affidare ciò che si deve ricordare a cellulare o memorie si deteriora anche la capacità di memorizzazione.

Secondo i ricercatori, i bambini, invece di vivere esperienze nel mondo reale, imitano i "grandi" usando alla perfezione cellulari ed altri strumenti elettronici a spese del proprio sviluppo sociale e benessere fisico.
Infatti le ultime ricerche in materia, dimostrano che 1 bambino su 5 ha sviluppato i suoi sensi tra smartphone e iPad, questo li rende davvero spigliati nella vita digitale ma altrettanto impacciati con questioni di vita reale.
Soltanto l'11% dei bambini presi in esame nello studio ha imparato, ad esempio, ad allacciarsi le scarpe da solo prima degli 11 anni.
Altrettanto importanti i problemi di isolamento sociale e le difficoltà a vivere sane relazioni con gli altri, che riguardano oggi molti dei nostri giovani. Ora i  ragazzi comunicano quasi esclusivamente attraverso i social media e molto spesso si trovano impacciati nelle relazioni con persone "reali", senza il filtro dell'apparecchio elettronico.

Considerata tutta questa serie di problematiche, molti Paesi stanno facendo retromarcia nei confronti della tecnologia applicata all'educazione, visto che ulteriori studi hanno dimostrato un legame tra l'introduzione dei PC nelle scuole e l'abbassamento di rendimento scolastico.

Esprimo il mio pensiero citando una frase di Paracelso che lo esprime alla perfezione:

"E' la dose che fa il veleno"

Credo sia anacronistico pensare di fare vivere i nostri figli privandoli di qualsiasi strumento elettronico (ricordiamo che ogni divieto aumenta il desiderio, come insegna la psicologia).
Credo che ogni scelta vada ben ponderata in relazione all'età del bambino, sono convinta che debbano essere fissati dei limiti di tempo, ma soprattutto ciò che conta è come noi viviamo il rapporto con questo tipo di strumento. Noi genitori siamo il principale modello di riferimento per i nostri figli.

Io penso che, i nostri figli vivranno un rapporto sano con la tecnologia solo se saremo in grado di testimoniare e trasmettere loro l'amore, la passione, il desiderio per qualcosa di altro, sia questo uno sport, un hobby, un'attività creativa di qualunque tipo. Se sapremo trovare il tempo per mostrare loro che esiste molto di meglio al di là della realtà virtuale; la vita vera.

Mi chiedo: ma non è meglio dedicare del tempo all'ascolto dei nostri figli, prestare loro attenzione in modo da aiutarli a scoprire ed esprimere i loro talenti?....Poi ci saranno le mezz'ore trascorse davanti alla Tv, al computer, IPad...ma saranno uno svago come un'altro e non ciò attorno a cui ruota la loro vita.






2 commenti:

  1. Ciao Ste, sono perfettamente d'accordo con te! Sto spesso a contatto con i bambini e mi rendo conto di quanto la tecnologia abbia preso il sopravvento anche su un'attività semplice e bella come andare al parco giochi in una giornata di sole! Se un giorno diventerò mamma, mi impegnerò al massimo ad insegnare ai miei figli che la tecnologia deve aiutarci e non sostituire la vita reale! Grazie della tua riflessione! Dani

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