sabato, marzo 31

La Pasqua come occasione di risveglio e cambiamento


La Pasqua per i cristiani è la celebrazione della Resurrezione del suo Redentore, ma si tratta di una festività che sin dai tempi più antichi venne solennizzata dagli uomini come il risveglio di qualcosa di fondamentale.

Nell’istituire le feste l’umanità, sin dalla notte dei tempi, volle portare ad espressione l’intento di elevare lo sguardo dell’uomo alla contemplazione dell’opera armonica e perfetta della natura; è facile infatti osservare come le grandi feste solenni corrispondono per lo più alle manifestazioni più significative della natura.

Tra queste la Pasqua.


Il significato della Pasqua negli antichi culti



Nell’antico Egitto il culto di Osiride-Iside-Oro, esprime il ringiovanirsi della natura eterna, in Grecia troviamo invece una festa in onore di Bacco, un evento primaverile messo in rapporto con il risvegliarsi della natura.

L’India celebra in primavera una festa di Vishnu e Shiva; Vishnu viene indicato come una sorta di Redentore, di liberatore e risvegliatore della vita dormiente mentre Shiva è colui che benedice la vita risvegliata da Vishnu e la eleva alle massime altezze.

I romani celebravano il dio Attis, la cui morte e resurrezione simboleggiava il ciclo della natura.

La Pasqua come occasione di "risveglio" interiore 




La parola chiave di questa festa sembra essere proprio “Risveglio”. Il risveglio della natura dopo il lungo sonno invernale, con lo sbocciare dei primi fiori, il cinguettare degli uccellini, la luce del giorno che ci accompagna sino all’ora di cena ma anche il nostro risveglio interiore, una sorta di rinascita personale e perché no di trasformazione e cambiamento.

Ecco allora che sorge in noi il desiderio di rinnovare anche il nostro ambiente, la nostra casa, di rinfrescare, ripulire, riordinare e talvolta anche eliminare oggetti che non sentiamo più come nostri.

E’ l’occasione anche per raccoglierci, per restare con noi stessi, per lasciare spazio alla parte di noi più spirituale ed elevarci dal materialismo della nostra quotidianità alle alte vette dello spirito.

Volgiamo allora lo sguardo sulle nostre sofferenze più intime, ai dolori più nascosti, ai nostri limiti, alle paure, per trovare dentro di noi il germoglio che puo’ sbocciare sino ad illuminare queste zone scure e trasformarle, per ritrovare il coraggio, la speranza, la fiducia e la positività per affrontare con rinnovato vigore le sfide che incontriamo sul nostro cammino.

E come i fiori e le piante hanno bisogno di luce e di acqua per sbocciare in tutta la loro bellezza, ecco che il periodo Pasquale puo’ essere l’occasione giusta per ritrovare e per rafforzare le relazioni con le persone care che sono il nutrimento e la luce della nostra vita.

Al di là del significato religioso quindi la Pasqua può essere un’occasione per vivere fino in fondo il nostro dolore ed i nostri dispiaceri, capirne le radici per accettarli e fare sì che attraverso le forze del risveglio questa sofferenza si trasformi in energia positiva, occasione di crescita e rinnovamento.

Pasqua con i bambini: l'uovo pasquale e la storia del leprotto



La tradizione dell’Uovo pasquale ha origini antichissime, ed il suo significato simbolico è strettamente connesso alla rinascita ed alla fecondità. La religione Cristiana ha poi ripreso questa simbologia; l’uovo come simbolo di nuova vita testimonia la rinascita del Cristo dopo la morte sulla croce.
Proprio l'uovo è uno dei protagonisti di questa tenera storiella da leggere assieme ai bambini per entrare nell’ atmosfera pasquale.

La storia del leprotto di Pasqua


C'erano una volta un papà leprotto ed una mamma leprotto, che avevano sette leprottini e non sapevano quale sarebbe diventato il vero leprotto di Pasqua. Allora mamma leprotto prese un cestino con sette uova e papà leprotto chiamò i leprottini. Poi disse al più grande: "Prendi un uovo dal cestino e portalo nel giardino della casa, dove ci sono molti bambini." Il leprotto più grande prese l'uovo d'oro, corse nel bosco, attraversò il ruscello, uscì dal bosco, corse per il prato e giunse al giardino della casa. Qui voleva saltare oltre il cancello, ma fece un balzo così grande e con tanta forza che l'uovo cadde e si ruppe.

Questo non era il vero leprotto di Pasqua.

Ora toccava al secondo. Egli prese l'uovo d'argento, corse via nel bosco, attraversò il ruscello, uscì dal bosco, corse per il prato; allora la gazza gridò "Dallo a me l'uovo, dallo a me l'uovo, ti regalerò una moneta d'argento!" E prima che il leprotto se ne accorgesse la gazza aveva già portato l'uovo d'argento nel suo nido.

Neanche questo era il vero leprotto di Pasqua.

Ora toccava al terzo. Questi prese l'uovo di cioccolato. Corse nel bosco, attraversò il ruscello, uscì dal bosco e incontrò uno scoiattolo che scendeva, saltellando, da un alto abete. Lo scoiattolo spalancò gli occhi e chiese: "Ma è buono l'uovo?"

"Non lo so," rispose il leprotto, "lo voglio portare ai bambini."

"Lasciami assaggiare un po'!"

Lo scoiattolo cominciò a leccare e poiché gli piaceva tanto, non finiva mai e leccò e mangiucchiò pure il leprotto, fino a che dell'uovo non rimase più nulla; quando il terzo leprotto tornò a casa, mamma leprotto lo tirò per la barba ancora piena di cioccolato e disse: "Neanche tu sei il vero leprotto di Pasqua."

Ora toccava al quarto.

Il leprottino prese l'uovo chiazzato. Con quest'uovo corse nel bosco e arrivò al ruscello. Saltò sul ramo d'albero posto di traverso, ma nel mezzo di fermò. Guardò giù e si vide nel ruscello come in uno specchio. E mentre così si guardava, l'uovo cadde nell'acqua con gran fragore.

Neanche questo era il vero leprotto di Pasqua.

Ora toccava al quinto. Il quinto prese l'uovo giallo. Corse nel bosco e, ancor prima di giungere al ruscello, incontrò la volpe, che disse: "Su, viene con me nella mia tana a mostrare ai miei piccoli questo bell'uovo!"

I piccoli volpacchiotti si misero a giocare con l'uovo, finché questo urtò contro un sasso e si ruppe.

Il leprotto corse svelto svelto a casa, con le orecchie basse.

Neanche lui era il vero leprotto di Pasqua.

Ora toccava al sesto. Il sesto leprotto prese l'uovo rosso. Con l'uovo rosso corse nel bosco. Incontrò per via un altro leprotto. Appoggiò il suo uovo sul sentiero e presero ad azzuffarsi.

Si diedero grandi zampate, e alla fine l'altro se la diede a gambe.

Ma quando il leprottino cercò il suo uovo, era già bell'e calpestato, ridotto in mille pezzi.

Neanche lui era il vero leprotto di Pasqua.

Ora toccava al settimo. Il leprotto più giovane ed anche il più piccolo. Egli prese l'uovo blu. Con l'uovo blu corse nel bosco.

Per via, incontrò un altro leprotto, ma lo lasciò passare e continuò la sua corsa. Venne la volpe. Il nostro leprotto fece un paio di salti in qua e in là e continuò a correre, finché giunse al ruscello.

Con lievi salti lo attraversò, passando sul tronco dell'albero.

Venne lo scoiattolo, ma egli continuò a correre e giunse al prato.

Quando la gazza strillò, egli disse soltanto: "Non mi posso fermare, non mi posso fermare!"

Finalmente giunse al giardino della casa. Il cancello era chiuso. Allora fece un salto, né troppo grande né troppo piccolo, e depose l'uovo nel nido che i bambini avevano preparato.

Questo era il vero leprotto di Pasqua!


Buona rinascita a tutti!

2 commenti:

  1. Sai toccare il cuore come poche persone riescono a fare...grazie..
    Alice

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  2. Alice sei davvero molto carina, grazie.

    RispondiElimina

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