Nel mio blog c'è una sezione dedicata alla "pedagogia steineriana" perchè da lì è iniziato il mio percorso nel mondo dell'educazione quando ero incinta del mio primo figlio. Tra una gravidanza e l'altra mi sono laureata in Scienze dell' Educazione e della Formazione e lì ho avuto modo di approfondire e studiare il metodo Montessori ed i sistemi educativi "tradizionali".
Proprio per questo mio interesse per la pedagogia, continuo ad essere contattata da mamme desiderose di scegliere la scuola "migliore" per i propri figli. Ecco quindi che con questo articolo ufficializzo il mio pensiero.
Premetto che i miei figli hanno frequentato le scuole pubbliche anche perchè nella zona in cui vivo mancano scuole Steineriane e Montessori. Quindi non avevo scelte alternative.
A casa ho seguito i principi dell'educazione steineriana che da sempre ho sentito in sintonia con il mio pensiero, e che conosco in maniera più approfondita.
Probabilmente sono stata fortunata, ma la mia esperienza nella scuole pubbliche è stata più che positiva con entrambi i figli, e posso affermare che sia alle elementari che alle medie ho incontrato insegnanti comprensivi, attenti e (seppure con differenze individuali) appassionati al loro lavoro.
Persone con le quali ho sempre potuto parlare apertamente e con cui il dialogo è stato sempre rispettoso e aperto.
Per questo sono assolutamente convinta che la vera differenza non la fa il "metodo" ma l'insegnante.
E non sono la sola a pensarla in questo modo.
E' l'individualità dell'insegnante che deve farsi valere nella scuola
Lo stesso Rudolf Steiner, fondatore delle scuole Waldorf sostiene:
" L'individualità dell'insegnante conta ben di più di tutte le direttive pedagogiche da tavolino. E' questa individualità che deve farsi valere nella scuola".
L'educatore non è colui che ha tante conoscenze in materia pedagogica o chi insegna le cose giuste, sostiene Rudolf Steiner, ma colui che permette al bambino di educare se stesso attraverso il proprio comportamento.
In fondo oggi con tutte le conoscenze che abbiamo a disposizione non è poi così difficile essere mostruosamente eruditi; ben altra cosa è saper rivestire l'educazione di un'anima, rendendola viva.
Oggi si guarda troppo all'immediato presente ed anche in pedagogia ci si chiede soltanto cosa giova "al bambino". Ma limitandoci a questa domanda si fa ben poco per la vita.
Essendo una domanda unilaterale, si potrà ottenere solo una risposta unilaterale. Invece si tratta di preparare il bambino per la vita intera, non solo per l'aula scolastica o per un breve periodo successivo alla scuola.
Ciò che mi fa davvero male al cuore è vedere inculcare nel bambino concetti di cui sa solo la definizione!
Questo accade quando l'insegnante pensa solo al metodo, in maniera troppo rigida, ai programmi ministeriali ed a fare il suo dovere senza interessarsi al bambino, a ciò che ha davvero compreso, non solo memorizzato.
Ancora ho ben chiari nella mente tutti gli stategemmi che la maestra di matematica di mio figlio si è inventata per rendere "pratica" la matematica, in particolare le moltiplicazioni ed i concetti astratti della geometria. Aveva una creatività ed una passione con le quali riusciva a rendere vive le lezioni, oserei definirle artistiche perchè le sue "invenzioni" erano davvero degne di un'artista!
Sapeva calarsi nel loro mondo e coinvolgerli ed i bambini la comprendevano con tutto il loro essere.
Con la sola testa si puo' pensare ma non si puo' vivere!
Abbiamo anche un organismo attaccato alla testa, la cui vita rimane apatica e incosciente se l'uomo riconduce tutto alla mente. Egli deve vivere con tutto il suo organismo, con il suo cuore, in modo da avere un rapporto umano totale con il mondo!
Un buon "maestro" sa lasciare un segno
Il Prof. Massimo Recalcati psicoanalista e saggista italiano nel suo libro "L'ora di lezione" scrive:
"Un bravo maestro sa "lasciare un segno", non tanto per i contenuti che gli presenta, quanto per la sua capacità di far nascere passioni, fare in modo che il sapere diventi erotico. Sì erotico. Deve trasformare l'alunno in un amante del sapere."
Nel Simposio Platone racconta che la grandezza di Socrate sta nel non volersi identificare in una coppa piena di nozioni. Con il celebre "non lo so" si rifiuta di riempire di semplici informazioni la testa ed il corpo di Agatone bramoso di conoscenza.
Il buon insegnante, continua Recalcati, si rende conto di avere fatto una buona lezione quando realizza di aver imparato anche lui qualcosa. Troppo spesso, invece, quel desiderio si perde.
Conclusioni
Cio' che mi rattristano solo sempre le generalizzazioni.
Il rischio è di screditare ingiustamente quegli insegnanti che troppo spesso oggi, specialmente nelle scuole pubbliche, sono umiliati economicamente ed anche professionalmente, ma che ancora hanno la forza di portare avanti il discorso educativo, che sembra non avere più il sostegno nè delle famiglie nè delle istituzioni.
Perchè è vero che, tra tanti lavativi che pensano solo a portare a casa lo stipendio a fine mese, ce ne sono anche tanti che sono mossi da sincera e profonda passione per il loro lavoro.
Sono convinta che il dialogo rispettoso e aperto resti comunque lo strumento indispensabile per fare si che le cose funzionino. Nel corso di questi anni di scuola dei miei figli mi sono trovata più spesso a prendere le difese degli insegnanti, piuttosto che schierarmi dalla parte dei genitori, che troppo spesso rifiutano di prendersi le proprie responsabilità e si ergono a giudici sommari dell'operato degli insegnanti senza peraltro avere le necessarie competenze.
Umiltà, rispetto e apertura dovrebbero essere le parole d'ordine nel rapporto tra genitori e insegnanti che hanno l' obiettivo comune di crescere, insieme, gli uomini di domani.
***
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Per non perderti i miei ARTICOLI e le RISORSE GRATUITE su:
- insoddisfazione, stress, apatia
- scoperta di sì e delle proprie potenzialità
- organizzazione e gestione del tempo
- relazioni e comunicazione
- gestione della casa e risparmio
Grazie Stefania, questo articolo è illuminante: con la gentilezza che contraddistingue rimetti tutti al loro posto. ... al centro, il bambino ed il suo diritto alla sete di conoscenza!
RispondiEliminaGrazie a te , sono contenta che ti sia piaciuto. Infatti volevo proprio fare capire questo, che il bambino è sempre al centro. Ed è importante non cadere in stereotipi che potrebbero condizionare le nostre scelte...l' alternativo non è sempre comunque una garanzia, ed in particolare le famiglie che non possono permettersi scuole private non devono disperare perché anche nel pubblico si trovano educatori competenti ed appassionati.
RispondiEliminaCiao Ste interessantissima la prospettiva che offre questo articolo. Anche io come mamma sono stata angustiata dal dilemma di offrire la migliore educazione ai miei figli. Il mio problema era che economicamente non potevo affatto permettermi scuole private...cos' mi sono rassegnata a malincuore alle scuole statali. Mi ero fatta condizionare ed ero certa che non avrei potuto mai avere quello che cercavo. Come te mi sono dovuta ricredere perchè mia figlia si è trovata benissimo, va a scuola volentieri e sia io che lei abbiamo un bellissimo rapporto con le insegnanti che sono persone davvero accoglienti e preparate. Spero che la mia testimonianza sia utile a tutti i genitori che come me non hanno una situazione economica che gli possa permettere di scegliere una scuola privata.
RispondiEliminaSonia
Grazie Sonia per essere passata ed avere espresso il tuo pensiero; il contributo di ognuno è utile.
EliminaCondivido pienamente anche se nella vita la fortuna è tutto e purtroppo nella pubblica è sempre più difficile trovare quelle persone che ancora hanno la luce negli occhi per il loro lavoro
RispondiEliminaSi credo anche io che ci voglia fortuna, educare è una missione come quella del medico.. È per poterla fare bene occorre prima di tutto passione.. Che non è semplice trovare...
Elimina