martedì, gennaio 9

Strappi alla regola: quando sono giustificati e quando ci impediscono di raggiungere i nostri obiettivi

Quando ci poniamo un obiettivo, spesso ci impegniamo a seguirlo alla lettera. Tuttavia, a volte, può capitare di sentirci stanchi o demoralizzati e di pensare che un piccolo strappo alla regola non sia poi così grave.

In questi casi, ci troviamo di fronte a un dilemma: è giusto "cedere al vizio", anche se significa allontanarsi dal nostro obiettivo?

Da un lato, è importante riconoscere che tutti abbiamo bisogno di pause e distrazioni, anche quando stiamo lavorando per raggiungere un obiettivo, qualunque esso sia: perdere peso, fare attività fisica in modo costante, ridurre le spese. Un piccolo strappo alla regola può essere un modo per ricaricarsi e ritrovare la motivazione.

La psicologia ci insegna che l'eccessiva privazione porta ad un aumento del desiderio, che puo' diventare irrefrenabile e quindi spingerci verso quei comportamenti che vorremmo evitare e che sono dannosi per il nostro benessere psico/fisico. Ecco perchè è importante trovare un equilibrio tra la privazione e la gratificazione, in modo da evitare che il desiderio si accumuli e diventi ingestibile.

Attenzione ai tranelli della mente



Voglio portare la tua attenzione su un aspetto del funzionamento della nostra mente che in psicologia è noto come "fenomeno delle licenze morali". In pratica succede che quando ci sentiamo moralmente "in credito", siamo più propensi a cedere alle tentazioni e a fare scelte che non sono in linea con i nostri obiettivi.

Cerco di spiegarmi meglio.

Molte persone pensano a tutte le sfide delle vita, quelle che mettono alla prova la nostra forza di volontà come ad un test di moralità.  Cedere al dessert o resistere, dormire fino a tardi o svegliarsi di buon’ora, saltare la camminata in programma o portare a termine l’allenamento previsto, fare un acquisto superfluo o rispettare il budget di spesa, sono scelte utilizzate come parametri per stabilire quanto siamo “buoni” o “cattivi”, “virtuosi” o “viziosi”.

Quindi, quando facciamo qualcosa di "buono e giusto" ci sentiamo talmente bene con noi stessi che, paradossalmente, finiamo per cedere con estrema facilità ai nostri impulsi il che spesso significa concederci il permesso di fare qualcosa “di male”. 

Ci si giustifica dicendo “sono stata brava, merito un premio”. Questo meritarsi qualcosa, troppo spesso diventa la nostra rovina, poichè facilmente percepiamo l’autoindulgenza come la migliore ricompensa per la nostra virtù. Quando ci sentiamo dei “santi” oppure “bravi” il fatto di autoindulgere in qualcosa non ci sembra errato, anzi ci sembra giusto come se ce lo fossimo guadagnato.

Ad esempio, una persona che è a dieta può sentirsi autorizzata a mangiare un dolce dopo aver fatto un'attività fisica. Questa persona può pensare che, avendo bruciato calorie con l'attività fisica, è giustificata a mangiare il dolce.

In questo modo, il fenomeno delle licenze morali può portare a una diminuzione della forza di volontà e a un aumento delle probabilità di fallire nel raggiungimento degli obiettivi.

Se l’unica cosa che motiva il nostro autocontrollo è il desiderio di essere delle brave persone, saremo pronti a cedere ogni qualvolta ci giudichiamo in modo positivo.

Che fare?

Per evitare di cadere nella trappola delle licenze morali dobbiamo concentrare la nostra attenzione sui progressi che abbiamo fatto sino ad oggi e su tutte le scelte compiute nella direzione desiderata; sono la testimonianza di quanto per noi sia importante l’obiettivo che ci siamo ripromesse di raggiungere. Non trasformiamo i successi che abbiamo ottenuto in una “scusa” per fermarci. 

Purtroppo quando pensiamo alle nostre sfide di forza di volontà in termini morali, finiamo per restare incastrati nell’autogiudizio e perdiamo di vista il modo in cui quelle scelte ci aiuteranno a ottenere ciò che desideriamo. 

Leggi anche: ecco perché stabilire degli obiettivi non sempre è un metodo efficace per ottenere ciò che desideriamo


Esercizio: virtù e vizio

Durante questa settimana, fai attenzione a come parli a te stessa e agli altri dei tuoi fallimenti e successi nelle sfide di volontà.

    • Ti dici che sei stata “buona o brava” quando raggiungi un piccolo obiettivo o compi una scelta in linea con i tuoi desideri e “cattiva” quando cedi alla procrastinazione o alle tentazioni?

    • Usi il tuo comportamento “buono” per concederti il permesso di fare qualcosa di “cattivo”? E’ una ricompensa innocua o stai sabotando i tuoi più importanti obiettivi di crescita personale?


La consapevolezza è la chiave della trasformazione e prendere coscienza dei meccanismi e tranelli della nostra mente puo' aiutarci a sviluppare una connessione più profonda con la nostra realtà interiore, favorisce il riconoscimento e la soddisfazione dei nostri desideri contribuendo a migliorare la qualità della nostra vita.

 

Dott.ssa Stefania Casadei

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Bibliografia
Sinning saints and saintly sinners, Psychological Science, 20, 523-528
Self-gifts: Phenomenological insights from four contexts, Journal of Consumer Research, 17,322-332

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