Sui social ed in rete si trovano oramai ovunque consigli su quanto è importante fissare i propri obiettivi per vivere una vita piena e ottenere ciò che desideriamo. D’altronde gli essere umani hanno bisogno di sfide per sentirsi vivi, attivi, per rafforzare la propria autostima, alimentare la soddisfazione, insomma per stare bene.
Eppure una volta fissati gli obiettivi e trascritti nero su bianco, dopo poco tempo avvertite già quel sottile senso di colpa per non averli seguiti. Vi è mai capitato?
Vi hanno spiegato che qualsiasi traguardo desideriamo, di certo per raggiungerlo il primo passo da fare è stabilire gli obiettivi, ovvero decidere di impegnarsi.
Fissare nero su bianco gli obiettivi è, ci dicono gli esperti, il primo fondamentale passo. Poi non resta che pianificare le azioni ed il gioco è fatto!
Sembra tutto semplice ma la realtà troppo spesso ci racconta una storia del tutto diversa. Iniziamo con le migliori intenzioni e poi finiamo per annaspare, restare indietro e nel peggiore dei casi mettere in pausa i nostri obiettivi. Ci sentiamo frustrati e nervosi e magari finiamo per prendercela con chi ci sta accanto.
Come ho già scritto nell’articolo “Scopri cosa ti impedisce di portare a termine i tuoi progetti”, la nostra personalità si compone di tante parti diverse. Se una di queste parti (ricordate il sabotatore interiore?) cerca di fare fallire i vostri sogni, lo fa convinto che sia per il vostro bene. Lo fa ad esempio per mantenersi fedele a determinati valori, ad abitudini di comportamento oramai acquisite ed interiorizzate.
Ecco perché il modo migliore per scoprire le motivazioni del vostro sabotatore è occuparvi del passato e riportare alla memoria gli antichi valori. E’ importante avvicinarsi a questo tipo di lavoro su sé stessi facendosi accompagnare da un professionista che possa offrirvi il supporto necessario.
Ma c’è del lavoro che potete fare anche da soli. Vediamo di cosa si tratta.
Cosa voglio davvero?
Provate a riflettere sul vostro obiettivo e chiedetevi per quale motivo intendete portarlo a termine.
Che problema risolverete nel farlo?
Scrivete questo problema a metà di un foglio e annotate attorno le possibili soluzioni fino ad ora adottate e ulteriori idee che vi vengono in mente.
Poniamo come esempio che il vostro obiettivo sia quello di riordinare la casa. Scrivete l’intenzione al centro del foglio e tutt’intorno le possibili misure da prendere, da un piano di pulizia regolare ad un donna di servizio. Valutate tutte le idee ad una ad una, dovete essere estremamente critici, cercate in ogni soluzione il pelo nell’uovo. Solo in questo modo potrete sviluppare una consapevolezza diversa riguardo al problema ed acquisire un certo distacco.
Quando avrete esaurito tutte le possibilità cambiate posizione all’interno della stanza e chiedetevi:
QUALE è IL VERO PROBLEMA?
Questa domanda vi aiuta a chiarire quale è la motivazione che si nasconde dietro la vostra intenzione. Ad esempio potreste scoprire che quello che vi interessa non è tanto una casa in ordine, ma un maggiore apprezzamento da parte del vostro compagno di vita.
Ecco che siete saliti di un piano rispetto al problema iniziale e riuscite a vedere il vostro problema con l’ordine in casa in un contesto più ampio.
Ora, ripetete il processo con il nuovo problema identificato “ricevere apprezzamento dal vostro partner”, e provate a cercare le soluzioni. Ad esempio rendersi più attraenti, riuscire a discutere di determinati argomenti, etc. Procedendo in questo modo, di strato in strato, potreste accorgervi che l’origine del problema, del vero problema, è che volete sentirvi apprezzata dal vostro partner perché voi per prime non vi apprezzate.
Salendo di piano in piano, si finisce sempre di fronte ad un tema esistenziale.
Le questioni esistenziali
- la fiducia in sé stessi (come posso confidare di più nelle mie capacità?)
- l’autostima (posso difendere i miei interessi? I bisogni altrui sono forse più importanti?)
- l’accettazione di sé (sarò apprezzato anche se commetterò sbagli?)
- il prendersi cura di sé (ho il diritto di stare bene?)
Tutte hanno a che fare con noi stessi e con l’immagine che abbiamo di noi.
Tornando al nostro esempio e continuando l’analisi si puo' così scoprire che il mancato apprezzamento è legato all’insoddisfazione nella sfera privata e professionale e che non si osa attuare i cambiamenti perché ci si ritiene incompetenti.
La domanda che ne risulta è: come posso avere più fiducia in me e nelle mie capacità?
Si intuisce facilmente che è un tema esistenziale che ha ben poco a che fare con una casa in ordine. Non c’e’ nulla di cui stupirsi se il vostro sabotatore interiore non ha nessun intenzione di sprecare tempo ed energie preziosi in obiettivi che ritiene del tutto secondari.
Spero che questo esempio di avervi aiutato a comprendere meglio i meccanismi che stanno dietro al mancato raggiungimento dei nostri obiettivi. Non si tratta di semplice mancanza di volontà (tutti possediamo autocontrollo e forza di volontà che, come un muscolo puo' essere allenata); il fatto è che le questioni sono molto più complesse.
Continueremo ad approfondirle nei prossimi articoli.
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