Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito qualcuno lamentarsi di qualcosa. Magari del lavoro, delle relazioni, del tempo, o semplicemente della vita. Ma perché questa tendenza sembra così umana e pervasiva? La psicologia ci offre alcune chiavi di lettura interessanti che ho approfondito in questo articolo.
Perchè l'erba del vicino è sempre più verde
Il paragone costante con gli altri, spesso alimentato dai social media e dalla cultura del confronto, è alla base di molte lamentele. Tendiamo a focalizzarci sugli aspetti positivi della vita degli altri, dimenticando le loro difficoltà e i loro lati oscuri.
Il meccanismo psicologico alla base della percezione che gli altri abbiano sempre di più di noi è complesso e multifattoriale. Diverse teorie psicologiche cercano di spiegare questa tendenza, spesso definita come "sindrome dell'erba del vicino è sempre più verde".
Ecco alcuni dei meccanismi chiave:
- Bias di negatività: tendiamo a prestare maggiore attenzione agli aspetti negativi della nostra vita e a quelli positivi della vita degli altri. Questo bias ci porta a sottovalutare i nostri successi e a sopravvalutare quelli altrui.
- Confronto sociale verso l'alto: tendiamo a confrontarci con persone che percepiamo come più fortunate di noi, come modelli di successo. Questo confronto ci fa sentire inadeguati e ci porta a focalizzarci su ciò che ci manca.
- Illusione dell'unicità negativa: crediamo che i nostri problemi siano unici e che gli altri non li sperimentino con la stessa intensità. Questo ci fa sentire isolati e ci impedisce di vedere che anche gli altri affrontano difficoltà.
- Social media e cultura del confronto: i social media creano una realtà distorta in cui le persone tendono a mostrare solo gli aspetti più positivi della loro vita. Questo confronto costante con immagini ideali può generare insicurezza e frustrazione.
Se il male è più forte del bene...
La propensione alla lamentela è in parte "giustificata" da un fenomeno, confermato da numerosi studi di psicologia, per cui le cattive impressioni e gli stereotipi negativi si formano più rapidamente e sono più resistenti alla disconferma rispetto a quelli positivi.
Presi insieme, i risultati degli studi suggeriscono che il male è più forte del bene, come principio generale in un'ampia gamma di fenomeni psicologici. L'effetto della negatività è dimostrato in vari ambiti, comprese le esperienze quotidiane, i principali eventi della vita, le relazioni e le interazioni sociali.
Gli eventi negativi tendono ad essere elaborati più profondamente, ricordati più a lungo ed evocano risposte emotive più forti, così come le informazioni negative influenzano in modo sproporzionato i processi decisionali, portando all’avversione al rischio e a scelte caute.
Anche le relazioni interpersonali ne sono influenzate; le interazioni negative infatti possono danneggiare le relazioni in modo più significativo di quelle positive, evidenziando il potere della negatività nelle dinamiche sociali. E' molto più facile ricordare lo "sgarbo" di un amico piuttosto che una cortesia o un bel gesto; il primo si radica più profondamente nella memoria mentre i secondi tendono ad essere dimenticati con più facilità.
Provate a verificare se questo accade all'interno delle vostre relazioni.
Infine, le esperienze negative sono spesso più efficaci anche nel modellare l’apprendimento e la memoria rispetto a quelle positive; eventi traumatici o esperienze negative durante l'infanzia e non solo, possono condizionare il modo in cui percepiamo il mondo e predisporci a un atteggiamento più pessimista.
In sintesi
La nostra predisposizione a focalizzarci sugli aspetti negativi è il risultato di un complesso intreccio di fattori evolutivi, psicologici e sociali; senza dubbio ha svolto un ruolo cruciale nella sopravvivenza della specie umana. Questa tendenza, sebbene utile in alcune situazioni, può influenzare negativamente il nostro benessere emotivo e la nostra percezione della realtà andando a creare terreno fertile per la lamentela.
Ancora 5 ragioni per cui ci lamentiamo
- Attenzione: a volte, lamentarsi è un modo per attirare l'attenzione su di sé. È come un grido d'aiuto, un tentativo di comunicare un disagio o un bisogno.
- Giustificazione: lamentarsi può essere un modo per giustificare i propri fallimenti o per scaricare la responsabilità sugli altri.
- Connessione: in alcuni contesti sociali, lamentarsi può creare un senso di appartenenza e rafforzare i legami interpersonali.
- Meccanismo di coping: per alcune persone, lamentarsi è un modo per affrontare lo stress e le emozioni negative.
- Abitudine: a forza di lamentarsi, si può sviluppare una vera e propria abitudine difficile da sradicare.
Le conseguenze del lamentarsi
Lamentarsi costantemente può avere effetti negativi sulla nostra salute mentale e sulle nostre relazioni. Può aumentare i livelli di stress, ansia, depressione e allontanare le persone da noi. Inoltre, il focus costante sugli aspetti negativi della vita può limitare la nostra capacità di apprezzare le cose belle e di trovare soluzioni ai problemi.
Le ricerche mostrano che le lamentele producono effetti sulla nostra psiche. La ripetizione di espressioni tristi, arrabbiate o impotenti, modifica in qualche modo il lavoro dei neurotrasmettitori, che subiscono una sorta di “ricablaggio”: gli schemi cerebrali dei pensieri negativi dei lamentatori vengono rafforzati, rendendo più semplice la ripetizione dei pensieri tristi, lasciando sempre meno spazio a gratitudine, apprezzamento e benessere.
Lamentarsi dei problemi crea ancora più problemi perchè chi se ne lamenta perde la capacità di risolverli. Si crea così un circolo vizioso. La lamentela spinge il lamentatore a vedere tutto bianco o nero senza capacità di sfumature, senza capacità di compromesso.
Chi si lamenta non produce effetti negativi solo su di sè ma anche sugli altri perchè crea un ambiente tossico. Chi si lamenta "usa" inconsapevolmente l'altro come una sorta di pattumiera, in cui riversare tutta la propria negatività. Le persone "usate" si sentiranno a loro volta esauste e con il morale a terra.
Anche se il lamentatore si rende conto del danno che crea, è spesso incapace di trovare soluzioni al suo comportamento, per via della dipendenza che quest'abitudine provoca.
Come superare la tendenza a lamentarsi
- Consapevolezza: il primo passo è riconoscere la propria tendenza a lamentarsi e a paragonarsi agli altri.
- Gratitudine: concentrarsi sugli aspetti positivi della propria vita può aiutare a ridurre la tendenza a lamentarsi.
- Azione: invece di lamentarsi, è importante cercare di trovare soluzioni ai problemi e di agire in modo proattivo.
- Accettazione: accettare che la vita non è sempre perfetta e che tutti abbiamo i nostri momenti difficili è fondamentale per superare la tendenza a lamentarsi.
- Confronto costruttivo: invece di paragonarsi agli altri in modo negativo, possiamo cercare di imparare da loro e di trovare ispirazione.
In conclusione
La tendenza a lamentarsi è un aspetto complesso della natura umana. Comprendere le ragioni psicologiche che stanno alla base è il primo passo per superarla e per vivere una vita più serena e soddisfacente. Ognuno di noi ha le proprie battaglie da combattere; la felicità non si trova nel confronto con gli altri, ma nella capacità di apprezzare ciò che abbiamo e di lavorare su noi stessi.
Leggi anche: Relazioni e conflitti; come armonizzare la volontà di tutti.
Bibliografia
Baumeister, R. F., Bratslavsky, E., Finkenauer, C., & Vohs, K. D. (2001). Bad is stronger than good: The negativity effect in social and evaluative contexts. Review of general psychology, 5(4), 323-370.
Martin Seligman, Imparare l'ottimismo. Come cambiare la vita cambiando il pensiero, Giunti edizioni
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