Camminare è un gesto che diamo spesso per scontato, ma in realtà è una delle azioni più complesse che il nostro corpo compie. Coinvolge cervello, cuore, muscoli, articolazioni, equilibrio e respiro. Quando uno di questi sistemi rallenta o si indebolisce, il passo ne risente.
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha dimostrato che la velocità della camminata spontanea (cioè il passo a ritmo naturale, non forzato) è un indicatore molto preciso dello stato di salute generale.
Per questo viene anche definita “il sesto segno vitale”, al pari di pressione arteriosa, battito cardiaco o temperatura corporea.
La scienza in movimento
Camminare può sembrare un gesto semplice: un piede davanti all’altro. Ma è, in realtà, una vera sinfonia biomeccanica, che coinvolge corpo e cervello in perfetta coordinazione.
Il cervello invia comandi in millisecondi, coordinando oltre 200 muscoli per mantenerci in equilibrio e in movimento.
Il midollo spinale esegue circuiti pre-programmati che automatizzano il passo, lasciando la mente libera di pensare ad altro.
Gli occhi e l’orecchio interno agiscono in sinergia e ci aiutano a mantenere l'equilibrio anche su terreni irregolari o salite improvvise.
Cuore e polmoni alimentano di ossigeno i muscoli, mentre i vasi sanguigni si adattano per evitare cali di pressione.
L’oscillazione delle braccia ha un ruolo fondamentale: funge da contrappeso, stabilizzando il busto e migliorando l’efficienza del movimento.
Muscoli, articolazioni e tendini non solo muovono il corpo, ma si coordinano per rendere ogni passo un gesto economico ed efficace.
Basti pensare a quanto tempo impiega un bambino a imparare a camminare: oltre un anno di tentativi, cadute e pratica.
Quel passo naturale, che oggi fai senza pensarci, è frutto di migliaia di ore di apprendimento.
Ogni passo è una reazione a catena che avviene in meno di un secondo. Se anche uno solo di questi sistemi rallenta (cuore, equilibrio, forza, coordinazione...), tutto il ritmo si spezza.
Per questo la velocità dell’andatura è così significativa: non valuta un singolo organo, ma mostra quanto bene tutto il corpo lavori insieme.
Come misurare la velocità di camminata
Come interpretare il risultato*
- tra 40-49 anni, la velocità media di camminata di una donna è di 1,39 metri/secondo, per un uomo è di 1,43 metri al secondo;
- tra i 50-59 anni, la velocità media di camminata di una donna è di 1,31 metri/secondo; per un uomo e di 1,43 metri al secondo;
- Tra 60-69 anni, la velocità della camminata scende a 1,24 m/s per le donne e a 1,34 m/s per gli uomini;
- tra 70-79 anni, la velocità media di camminata è di 1,13 m/s per le donne e di 1,26 m/s per gli uomini;
- tra 80-89 anni, la velocità dell’andatura è di circa 0,94 m/s per le donne e di 0,97 m/s per gli uomini.
Anche piccoli miglioramenti (es. +0,1 m/s) sono associati a benefici misurabili, come minore rischio di malattie cardiovascolari e maggiore aspettativa di vita.
❗ Perché questo è importante per te
Se ti è mai capitato di rimanere indietro durante una passeggiata, di fare fatica a tenere il passo con gli amici o di fermarti su una salita che prima ti sembrava facile, non è "solo l'età".
È un feedback prezioso: il tuo corpo ti sta segnalando quanto bene (o meno bene) i suoi sistemi stanno funzionando insieme.
La buona notizia è che il passo può essere allenato.
Forza, equilibrio, resistenza: tutto risponde alla pratica.
Attività semplici come fare le scale, brevi camminate quotidiane mirate, o esercizi come squat e affondi possono rafforzare la rete di muscoli e coordinazione che sostiene la camminata.
Anche migliorare la postura e la respirazione può fare la differenza.
Anche se molte ricerche sono state condotte su persone over 65, la velocità del passo è un indicatore valido a tutte le età.
Un rallentamento può essere un primo segnale di invecchiamento del cervello e del corpo di una persona, allo stesso modo, un passo stabile e sostenuto indica un buon livello di salute generale.
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Ogni passo conta.
Anche un piccolo cambiamento nel tuo modo di camminare può avere grandi effetti sulla tua salute, energia e qualità della vita.
Bibliografia
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