domenica, gennaio 22

I bambini e la televisione



Mentre preparavo la mia tesi di laurea sul ‘Deficit dell’attenzione e iperattivià’ sono venuta a conoscenza di uno studio dell’American Academy of Pediatrics riguardo l’influenza che la TV può avere durante la crescita, sulla capacità di attenzione del bambino e sul suo livello di eccitabilità.
L’American Pediatrics ha preso in esame 2623 bambini da uno a tre anni e l’importanza della ricerca è collegata alla dimostrazione che l’esposizione precoce alla televisione è associata a problemi di attenzione.
Al contrario della vita quotidiana il passo della TV è molto accelerato  e le immagini che un bambino cattura nel suo cervello dagli schermi della scatola nera vanno troppo veloci e spesso senza una precisa connessione logica. Nella sua ricerca il Dott. Christakis ha trovato che per ogni ora trascorsa davanti alla TV nell’età compresa fra uno e tre anni, i soggetti più piccoli hanno quasi il dieci per cento in più di probabilità di sviluppare problemi di attenzione all’età di sette anni.
Abbandonato davanti alla televisione, come succede spesso di pomeriggio, il bambino rimane ipnotizzato dalle immagini, e non riesce a staccarsene.
Inoltre i bambini davanti alla televisione rimangono immobili. E non fanno la cosa più importante che si dovrebbe fare a questa età, ovvero muoversi, imitare le situazioni che hanno intorno, essere impegnati in attività sensate.
Se si presta particolare attenzione ci si accorgerà che spesso il bambino dopo avere visto la televisione, tende ad essere aggressivo, di cattivo umore, provocatorio. Questo non dipende dal tipo di trasmissioni che ha guardato, ma da questo tipo di immobilità forzata, che peraltro va a minare anche la costruzione della sua volontà che si rafforza unicamente nell’essere attivi, nel fare. E ricordo che solo coltivando la forza di volontà si diventerà adulti liberi capaci atti volitivi e quindi di pensare con la propria testa.
Riporto testualmente due brani tratti dal libro ‘A piccoli passi’ di Vegetti Finzi, che mi sembra particolarmente interessante:


‘’ Uno dei rischi maggiori della televisione è proprio questo: che si sostituisca alla vita del bambino, impedendogli di avere il tempo e la voglia di giocare. Si restringe in tal modo lo spazio più creativo dell’attività infantile: il bambino ha bisogno del gioco anche per parlare con se stesso, con i suoi giocattoli, per inventare storie. E trovare così un linguaggio che gli appartiene veramente, come le idee e i sentimenti che prova: perché è lui che lo ha elaborato dentro di sé , gli ha dato un suo significato personale, che ha il colore e l’intensità delle sue emozioni’’.


Ci sono famiglie che tengono la tv quasi sempre accesa indipendentemente dai programmi trasmessi. In tale modo il bambino non solo è sottoposto ad un eccesso di stimoli uditivi e visivi, da cui andrebbe protetto, ma è costretto anche ad assistere a scene violente, a udire informazioni che non riesce a rielaborare, e che rappresentano un carico eccessivo per la sua vita interiore, invasa dal clima di tensione, insicurezza e di paura che spesso la televisione porta in casa.
Spesso i bambini reagiscono sviluppando fobie, attacchi d’angoscia e incubi notturni.
Non intendo con questo demonizzare la tv, ma ritengo sia opportuno organizzarne tempi e modalità di fruizione.
Noi come famiglia non guardiamo molto la tv, e quando lo facciamo i bambini sono già a letto (dopo le 20.30). Questo indubbiamente aiuta, in quanto come sappiamo i bambini apprendono per imitazione.
Il mio primogenito (6 anni) ha iniziato a guardare la tv a 3 anni con la regola del fine settimana.
Ovvero il sabato o la domenica si guardava un cartone animato in dvd, opportunamente selezionato da noi genitori e soprattutto senza stacchi pubblicitari.
Ancora oggi le cose funzionano così, con l’unica differenza che scegliamo insieme cosa guardare.
Non vive la cosa come un sacrificio in quanto per lui rappresenta la normalità. Anzi si gode ancora di più questi momenti, cui tra l’altro rinuncia volentieri per giocare con un amico o per una corsa in bicicletta.
Ci sono poi eccezioni in occasione di festività, eventi particolari, quando siamo ospiti di altre persone, in modo tale che quello che ritengo un sano  stile di vita non si trasformi in una gabbia rigida.
Il secondogenito ( 2 anni) quando il fratello guarda la tv lo affianca per 5 minuti poi si stanca e se ne va a giocare in salotto, per il momento la tv è  l’ultimo dei suoi interessi.


***


4 commenti:

  1. Molto salutare e molto istruttivo tutto ciò.In un libro ho letto che la televisione oltre "rovinare"i bambini,rovina anche noi grandi,senza neanche che ce ne rendiamo conto.Chi la usa abitualmente durante i pasti(che dovrebbero essere momento di condivisione)intacca non solo i rapporti interpersonali ma anche la propria digestione:chi è abituato a mangiare poco,incantato dalle immagini mangia ancora meno,e chi mangia troppo,ingloba ancora di più non rendendosene conto.
    Io sulla mia pelle ho dovuto stare per un periodo in una famiglia dove la tv è sempre,dico SEMPRE accesa,e mi sono accorta che in quel periodo ero più nervosa e come rimbambita,impigrita in un uno stato di catalessi che non mi appartiene.
    Insomma basta un clic e finiamola di prenderci in giro con racconti e fatti poi riportati da altri!Quanto erano più reali le cene dei nostri nonni attorno al tavolo o le chiacchere davanti ad un fuoco!!!

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  2. Sono daccordo perfettamente. A tavola poi!..impedisce il dialogo...ancora peggio quando sono presenti dei bambini.Altamente diseducativa. Ma siamo talmente abituati a convivere con quel frastuono di sottofondo che non ci facciamo neppure più caso...
    Iniziare a spegnerla per dare spazio e attenzione all'altro lo ritengo un primo passo verso la riscoperta dei valori veri.

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    1. A me piace starmene la sera davanti alla tv sul mio comodo divano, dopo aver sbrigato le solite faccende, mentre marito e figlia ronfano nei loro letti, nella mia famiglia di origine la tv era sovrana in tanti momenti della giornata (es. e soprattutto pasti ahimè) ed ora per me è abitudine per rilassarmi, anche se il più delle volte mi addormento (ho imparato a mettere il timer) vista la scarsità di programmi interessanti. Ma durante la giornata è sempre e dico sempre rigorosamente spenta. Mia figlia di 8 anni sà le regole di casa e dunque non la chiede e non l'accende, solo la domenica mattina (e nei giorni di festa) le è concessa un'oretta... ma ciò nonostante la sua attenzione nei compiti lascia tanto a desiderare.... Aiuto maghella voglio leggere la tua tesi!

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  3. Non giungere a conclusioni affrettate! molto spesso noi genitori facciamo considerazioni sui bambini partendo da noi stessi. Quello che per te è mancanza di attenzione potrebbe semplicemente essere tipico della fase evolutiva che sta vivendo tua figlia. Se le maestre non ti hanno accennato al problema potrebbe significare che non è così rilevante. Devi inoltre tenere conto del fattore stanchezza. Questo incide molto sui livelli di attenzione. Ecco questo potresti verificarlo, valutando attentamente i suoi impegni quotidiani.
    A presto!

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